Ancona-Osimo

Aree montane, vertice fra sindaci che chiedono interventi urgenti. Sostegno da Ali Marche

Sul tavolo di confronto, lavoro, spopolamento, infrastrutture e sanità. I primi cittadini presenteranno le loro istanze ai candidati a governatore. Sborgia: «Serve un dialogo al di là delle bandiere politiche»

ANCONA – Sanità, spopolamento, lavoro e infrastrutture. Sono questi i nodi critici da sciogliere nelle aree montane. A invocare risposte e interventi sono i sindaci di alcuni comuni dell’entroterra marchigiano. Una cordata, quella dei primi cittadini, partita da Fabriano con il sindaco Gabriele Santarelli in testa e subito raccolta anche dai colleghi di altri comuni fra i quali Matelica, Camerino, Frontone, Sassoferrato e Serra Sant’Abbondio. Ma è già prevedibile che saranno in tanti ad aggiungersi alla schiera.

Un’entroterra sempre più fragile, sotto i colpi del dissesto idrogeologico, dello  spopolamento ormai inarrestabile, della mancanza di lavoro e di attività economiche che vede circa 200 paesi senza più un negozio, mentre altri 500 rischiano di perdere l’unico presidio rimasto sul territorio, come il bar o negozietto della frazione, fondamentali per dare un servizio a queste comunità. Tante piccoli centri che costellano le aree montane dove questi piccoli esercizi commerciali divengono anche punti di ritrovo dei paesi. Un quadro che nelle aree del cratere è ancora più sconfortante.

I sindaci si sono incontrati nei giorni scorsi per fare il punto della situazione: chiedono una nuova organizzazione di Area Montana e interventi per combattere lo spopolamento attraverso la messa a punto di servizi alla persona, infrastrutture, incluse quelle relative alla banda larga, poi scuola e università. Per questo hanno lanciato l’idea di convocare un summit in primavera in occasione del quale presenteranno le loro istanze, ovvero quelle dei cittadini dei territori che rappresentano, ai candidati a governatore regionale.

«È l’inizio di un dialogo fra i comuni delle aree interne che dovrà necessariamente essere allargato ad altre realtà – spiega il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, ma intanto è un primo passo verso la condivisione dei tanti problemi che affliggono le nostre zone. Bene che sia iniziato ora, anche se forse avrebbe dovuto essere avviato già in precedenza. Se riusciamo a parlare un linguaggio comune, al di là delle bandiere politiche, e a ragionare sui problemi che ci sono sul tappeto è già un fatto positivo: la politica deve infatti iniziare ad affrontare le questioni irrisolte, passando dalle parole ai fatti. L’auspicio è che questo confronto prosegue e in tal senso ci siamo promessi di continuare il dialogo coinvolgendo anche le realtà locali».

Una mobilitazione, quella dei primi cittadini, appoggiata da Ali Marche, Autonomie Locali Italiane. «Positivo che i sindaci si siano incontrati ponendo la centralità delle aree interne – commenta il vice presidente di Ali Marche e consigliere regionale Enzo Giancarli -, sono certo che sulle ricchezze ambientali e paesaggistiche ci sarà la necessaria attenzione perché non può esserci interdipendenza: la costa ha bisogno delle aree montane e le aree montano hanno bisogno della costa».

Sanità, sociale, banda ultra larga, trasporti, infrastrutture e la necessità di incentivare le giovani coppie a rimanere nel territorio sono le priorità evidenziate da Giancarli, Emanuele Lodolini e dal presidente di Ali Marche Valerio Lucciarini insieme alla richiesta di interventi volti a favorire l’imprenditorialità in queste aree che rischiano di restare abbandonate a se stesse.

Giancarli ha presentato un emendamento proprio per l’istituzione dell’area vasta montana nel nuovo Piano Sanitario che intende riproporre in Aula.

Nella legge di bilancio ci sono già alcune misure come lo stanziamento di 30 milioni l’anno per 3 anni a favore del commercio e dell’artigianato di queste zone, oltre all’emendamento in favore degli oltre mille comuni che si muovono nell’ambito della strategia nazionale per le aree interne. In questo modo i comuni potranno attingere al fondo istituito in base ad un decreto ministeriale e favorire così l’apertura di attività economiche, artigianali e commerciali in aree dove i costi strutturali e la concorrenza del commercio digitale stanno mettendo a dura prova l’economia.

«È una misura concreta che va nella direzione di combattere la desertificazione economica di vallate e aree interne, che si affianca al lavoro di ampliamento delle aree selezionate nella Snai (strategia nazionale aree interne) – spiegano Lucciarini e Lodolini -. I Comuni potranno incentivare le attività economiche che resistono a fatica in quelle aree e favorire l’insediamento di nuove piccole imprese, soprattutto dove non esistono attività commerciali di beni primari. Una misura concreta che potrà portare anche a contributi economici diretti agli esercenti ed alle attività economiche, alla riduzione del loro carico fiscale e ad altre misure specifiche per evitare la desertificazione delle attività». «I segnali di attenzione ci sono – spiegano –  come il rifinanziamento del fondo sulla montagna, i fondi previsti per la prosecuzione dalla strategia aree interne, ma occorre fare più».