ANCONA – «La tua famiglia ti aspetta a braccia aperte, non ti faremo domande. Domani (8 giugno) è il compleanno di tuo figlio il tuo ritorno sarebbe il regalo più grande per tutti noi». È questo l’appello straziante che Ivonne rivolge a suo marito Gian Paolo Bertuzzi, l’artigiano 64enne che da venerdì 31 maggio non ha più fatto ritorno a casa a Settima in provincia di Piacenza. La vettura dell’uomo ritrovata al Mandracchio di Ancona il 5 giugno. Al suo interno un coltello sporco di sangue e una delle ruote bucata.
Intanto una telecamera di video sorveglianza del porto di Ancona lo ha ripreso venerdì sera a bordo del pick-up Isuzu di colore verde al porto di Ancona, un fatto che sembra scongiurare l’ipotesi di un evento criminale visto che l’uomo è giunto effettivamente ad Ancona.
Nell’attesa degli sviluppi la famiglia non si dà pace. «All’inizio ho pensato al peggio, ad un’aggressione o addirittura che fosse morto, ma il fatto che la telecamera lo abbia ripreso ad Ancona riaccende la speranza che sia vivo», dice la moglie.
«Sono contentissima se è vero che era lui nell’auto e per questo gli dico che può tornare a casa quando vuole, noi lo lasceremo tranquillo, non gli faremo alcuna domanda, poi con il tempo sarà lui a spiegarci le sue ragioni quando vorrà. Sarà tutto come quel giorno quando ci siamo salutati. La sua famiglia gli vuole bene, ci siamo sempre presi cura di lui come lui si è sempre preso cura di noi e dovunque si trovi lo andiamo a recuperare in qualunque momento, basta una sua chiamata».
Del telefonino dell’uomo ancora nessuna traccia: l’ultima volta aveva agganciato la cella di Caorsana una via nei pressi del Cimitero e della zona industriale che Gian Paolo Bertuzzi percorreva per andare al lavoro, a Piacenza. Da domenica 2 giugno il telefonino risulta spento, mentre nei giorni precedenti alle chiamate della famiglia il telefono risultava acceso, squillava, ma non rispondeva nessuno.
La signora Ivonne rivolge un appello anche agli inquirenti per avere informazioni: «Non ho notizie né dalla Questura di Piacenza, né da quella di Ancona, vorrei tanto vedere il fotogramma delle telecamere del Porto di Ancona che hanno ripreso mio marito per vedere se effettivamente quello in auto è lui».
La famiglia ne aveva denunciato la scomparsa venerdì sera (31 maggio) alle 21 allarmata dal mancato rientro a casa dell’artigiano dopo l’ultima chiamata fatta alla moglie intorno alle 12. Una consuetudine, tra i due, quella di sentirsi ogni giorno per la pausa pranzo. Gian Paolo Bertuzzi in quell’ultima chiamata aveva detto alla moglie che sarebbe andato in banca per prelevare una somma di denaro che avrebbe poi utilizzato per onorare delle spese relative all’azienda artigiana. Inoltre aveva detto alla moglie che avrebbe prelevato contante anche per fare la spesa il giorno seguente, denaro che avrebbero utilizzato anche per andare a cena ad una festa di paese.
La signora Ivonne non si dà pace e non crede all’ipotesi di un allontanamento volontario: «Un uomo che pensa di andarsene non dice alla moglie che il giorno dopo la porta a cena. Oltretutto sabato mattina aveva in programma un appuntamento di lavoro importante». Nella coppia nessuna problema, il rapporto tra coniugi era sereno.
Bertuzzi aveva detto alla moglie che sarebbe rientrato a casa intorno alle 13.30 invece a quell’ora ha preso l’autostrada a Piacenza e di lui più nulla, fino al fotogramma che lo ritrae al casello di Rimini e a quello che lo immortala venerdì sera al Mandracchio, ripreso dalle telecamere di videosorveglianza che lo ritraggono a bordo del pick-up.
Ad oggi dell’uomo ancora nessuna traccia, l’auto, con lo pneumatico a terra, ritrovata al Mandracchio il 5 giugno, è stata posta sotto sequestro dal Magistrato e si trova presso il deposito Aci di Quercetti nel capoluogo dorico.
La famiglia allarmata dal mancato rientro a casa dell’artigiano ne ha denunciato la scomparsa alla Stazione dei Carabinieri di Rivergaro (Pc). «Alle 20 quando ho visto che mio marito ancora non rientrava a casa ho iniziato a preoccuparmi, un ritardo di alcune ore senza avvisare non è da lui», racconta Ivonne.
La coppia ha due figli, un 32enne e una 18enne, oltre ad una nipotina di 4 anni e mezzo legatissima al nonno. «Con la mia famiglia siamo saliti in macchina e lo abbiamo cercato tutta la notte. Mio figlio è andato anche a vedere alla Lafer (l’azienda presso la quale l’artigiana effettuava manutenzione ai macchinari), ma di lui nessuna traccia. Siamo disperati. La nipotina chiede sempre del nonno le abbiamo dovuto dire che è andato a lavorare fuori per un po’».
L’ultimo a vedere Gin Paolo Bertuzzi intorno alle 13 di venerdì 31 maggio è stato l’impiegato della filiale Ubi Banca di via Colombo a Piacenza: l’uomo lo ha descritto come sereno e tranquillo, come sempre. Un’impiegata della Lafer ha riferito che l’artigiano ha scherzato con lei intorno alle 12 all’uscita dal lavoro. Niente dunque lasciava supporre quanto sarebbe accaduto. La famiglia, i colleghi e l’impiegato della banca tutti lo descrivono come una persona serena.
«In questa casa non si vive più siamo disperati – dice la moglie -. Sto sempre affacciata al balcone nell’attesa che faccia ritorno a casa o che qualcuno ci dia notizie di lui. Spero che domani per il compleanno di mio figlio succeda qualcosa di positivo».