ANCONA – Sembra non riuscire a trovare mai un punto di svolta la complessa vertenza scaturita dall’operazione di acquisizione del gruppo Auchan Retail da parte di Conad. Nel pomeriggio di ieri (6 febbraio) l’incontro in Regione promosso dal presidente del consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo che in ultimo non ha potuto prendervi parte perché colpito dall’influenza.
Presente, come previsto da scaletta, l’assessore al lavoro Loretta Bravi. Per Conad invece c’era l’avvocato Baroni della PricewaterhouseCoopers, poi i rappresentanti delle due cooperative, Cia e Conad Adriatico e le organizzazioni sindacali che stanno conducendo le trattative da mesi Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Nel corso dell’incontro Conad, per evitare i licenziamenti ha prospettato di voler ricorrere agli incentivi alla mobilità, alla cassa integrazione (per i periodi relativi alla ristrutturazione) e al ricollocamento occupazionale nella rete commerciale e attraverso le politiche attive delle istituzioni. Inoltre ha annunciato un ridimensionamento, nell’ambito della ristrutturazione dei punti vendita di Piediripa, dell’Auchan di Ancona e di quello di Porto Sant’Elpidio, per riadattare gli spazi al loro format, assicurando che non impatterà sull’occupazione. Ma intanto i sindacati hanno subito chiesto un incontro nella sede Auchan di Ancona per gestire l’operazione di riorganizzazione.
«È stato un incontro importante – ha dichiarato l’assessore Loretta Bravi – perché fin’ora la questione era sempre stata trattata a livello nazionale, al Mise». «È comunque il primo di una serie di tavoli e ci aggiorneremo a breve», prosegue annunciando che verranno attivate tutte le iniziative possibili per tutelare i lavoratori.
Parla di incontro interlocutorio e con molti punti ancora da chiarire Selena Soleggiati, segretaria regionale Fist Cisl: «Il piano nazionale presentato al Mise è stato declinato in chiave locale ma ancora non sono stati chiariti due aspetti fondamentali per la nostra regione: il destino del deposito di Osimo e quello degli otto punti di vendi fuori dal perimetro della rete Conad».
Tante ancora le incognite che tengono col fiato sospeso 101 lavoratori di deposito e 221 dipendenti degli 8 negozi che non sono stati annoverati tra i punti vendita che passano nella rete Conad, e per i quali l’azienda ha fatto sapere che sono in corso trattative per la vendita: Tra questi, Le Coccinelle di Osimo, Le Ville di Falconara, Castelfidardo in via Montessori, il punto vendita Ponchielli a Pesaro e quello di Montelabbato, poi quelli di Recanati, Montecassiano e Tolentino. Dei 21 punti vendita passati nel sistema Conad, 11 andranno alla cooperativa Cia (664 dipendenti) e 10 alla Conad Adriatico (588 dipendenti).
«È riserbo totale sul nome degli operatori del settore con cui Conad sta trattando e rispetto ai quali abbiamo chiesto sia ricompresa nella operazione commerciale anche la ricollocazione magari di qualche esubero di sede oggi certificato dalla procedura di mobilità che a tutti gli effetti è sui nostri tavoli e sarà trattata il prossimo 14 febbraio a Roma – prosegue la Soleggiati -. Inaccettabili sono i tempi di attesa per la logistica che nel progetto Conad va in coda ai punti vendita e alla sede.
Il piano di riorganizzazione deve essere complessivo e ricomprendere ricollocazioni prima in casa Conad poi presso i terzi. Le due cooperative che abbiamo avuto il piacere di avere al tavolo devono ripensare, anche insieme, ad una possibile soluzione per il deposito che è strategicamente ubicato al confine delle due aree di competenza ed al recupero delle funzioni di sede: professionalità diverse nell’ambito della vendita, della tecnica della pubblicità, del recupero crediti, degli acquisti, dell’amministrazione del personale, non possono non trovare almeno in parte un riutilizzo nelle funzioni di sede Conad o di punto di vendita. Abbiamo chiesto tavoli specifici di confronto per la gestione della crisi dove con l’aiuto dell’assessorato al lavoro vanno ricercate soluzioni concrete e non solo impegni a parole».
Insomma, un incontro che ha lasciato insoddisfatti sindacati e lavoratori per la mancanza di prospettive, specie per i dipendenti «delle sedi, del deposito di Osimo e dei punti vendita che non passeranno alla rete Conad – commenta la segretaria regionale Filcams Cgil, Barbara Lucchi -. Permangono le criticità precedentemente evidenziate e non sono state date risposte ne certezze temporali e garanzie di salvaguardia del posto di lavoro per le maestranze coinvolte. La Regione si è impegnata a dar seguito ad ulteriori momenti di confronto che auspichiamo possano nel breve periodo offrire risposte esaustive. Occorre mettere in campo politiche attive che favoriscano laddove necessario il percorso di ricollocazione degli esuberi dichiarati al fine di salvaguardare in toto i livelli occupazionali e non disperdere professionalità. L’allerta continua ad essere massima».
Una preoccupazione condivisa anche dal segretario regionale Uiltucs Uil, Fabrizio Bontà: «Non abbiamo avuto le risposte che ci aspettavamo. Le risposte di chi era presente al tavolo sono state troppo evasive e non abbiamo avuto le rassicurazioni che speravamo di avere. Ci sono 8 negozi, sui 29 marchigiani, che non rientrano nel progetto e complessivamente ci sono 487 dipendenti che, al momento, non hanno certezze di futuro.
Ci è stato detto che ci daranno informazioni appena le avranno, ma intanto i dipendenti, soprattutto del deposito, non hanno lavoro per i tempi che si sono dati».