ANCONA – Ok dalla Regione Marche alla nomina di Matteo Africano alla guida dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale. Il via libera all’intesa sul nome messo sul tavolo dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti è arrivata nella giornata di oggi. Quella di Africano, evidenzia la Regione in una nota stampa, «è una scelta di alto profilo, suffragata dalla pluriennale e comprovata esperienza, anche internazionale, nel settore gestionale e dell’ingegneria della navigazione, con particolare riferimento alla portualità e alla logistica, riconosciuta all’ingegnere».
Africano raccoglie il testimone da Rodolfo Giampieri. Una nomina che ha sollevato un vespaio di polemiche da parte dell’opposizione. Ma a rinnovare la sua contrarietà è anche l’esponente della Lega Sandro Zaffiri che aveva già chiesto più volte in passato e anche recentemente la riconferma di Giampieri.
«Non credo di sbagliare formulando due semplici considerazioni, la prima in ordine a una chiara subalternità delle Marche a scelte assunte su tavoli nazionali e che ci pongono in evidente secondarietà rispetto alla Regione Abruzzo che, da questa partita, esce decisamente vittoriosa – afferma Sandro Zaffiri – . Non solo, perché la partita è appena iniziata e non mi pare tiri aria di rivincita. Anzi, al di là delle voci sul nuovo segretario (Minervino assicurava, meno di un anno fa, il massimo impegno per le problematiche dei porti abruzzesi) dalla Regione a guida Marsilio arrivano ventate di fondato ottimismo per uno sviluppo delle chance di crescita di Ortona, degli altri porti abruzzesi e dell’intero indotto. Il tutto a rischio discapito di quelle delle Marche che, se andrà bene, saranno chiamate a confermare i buoni livelli raggiunti da Giampieri con oltre 6mila maestranze, banchina 27, digitalizzazione e molto altro ancora…».
La seconda considerazione dell’ex consigliere regionale Zaffiri, è relativa ad «una solo apparente discontinuità politica tra le scelte della Giunta Ceriscioli e quelle operate dall’attuale esecutivo Acquaroli. Mi pare che sullo sfondo si possa leggere una linea comune, certificata da accordi e protocolli che, oggi, qualcuno si affretta a negare, ma che sono la testimonianza della volontà, se non di favorire l’ampliamento dei traffici sull’Abruzzo, certamente di non puntare sulle potenzialità di crescita del porto di Ancona». L’Autorità portuale del Mare Adriatico centrale ha competenza sui porti di Ancona, Pescara, Ortona, Falconara, Pesaro e San Benedetto del Tronto (esclusa darsena turistica).
Dall’altra parte della “barricata” Fratelli d’Italia con Carlo Ciccioli che invoca una «visione che spazia oltre l’orticello di casa nostra» e annovera nello sviluppo del capoluogo la necessità di puntare anche sui collegamenti viari e stradale per connettere meglio il porto. Ciccioli se la prende con il sindaco di Ancona e in una nota stampa afferma che «la città di Ancona, con tutte le sue categorie economiche e dei lavoratori, si ribella ad essere figlia di un Dio minore, ma deve essere collegata in maniera eccellente al sistema della logistica nazionale ed europea. Superstrade e autostrade devono essere immediatamente accessibili dal porto e consentire lo sviluppo della portualità. Lo scalo di Ancona deve candidarsi a Porto europeo, collegato con il Canale di Suez e gli altri porti del Mediterraneo, ma soprattutto con la logistica su gomma, su rotaia e aerea con il centro ed il nord Europa».
Secondo Ciccioli «non basta un chilometro, il cosiddetto ultimo miglio nel Recovery Plan, per risolvere il finanziamento dell’uscita dal Porto. Nessuna gelosia nei confronti del vicino Abruzzo, che va aiutato a sviluppare nel sistema del centro Adriatico, ma ancor più deve essere potenziato il collegamento del porto dorico a nord ed a ovest cioè con l’Umbria, la Toscana ed il Lazio. Significa completare la viabilità per Roma-Civitavecchia in condizioni di decenza e con la Grosseto-Fano. L’Autorità portuale di Ancona deve diventare l’hub protagonista dell’Adriatico con una visione che spazia oltre l’orticello di casa nostra».