Ancona-Osimo

Ancona, bagarre tra D’Angelo e il questore. Interviene il Siulp: «Invasione di campo inopportuna»

Italo D'Angelo, ex questore, aveva annunciato di aver chiesto la «squadra mobile» e i poliziotti a tutela dei viaggiatori sugli autobus della città. Ma il numero uno di via Gervasoni lo stoppa

ANCONA – Era stata bullizzata su un autobus di rientro da scuola, il neo presidente di Conerobus, Italo D’Angelo, alto funzionario della polizia nonché ex questore, aveva fatto sapere di «aver chiesto il supporto della squadra mobile» a tutela dei viaggiatori, ma il questore di Ancona, Cesare Capocasa, l’aveva stoppato: «Le decisioni spettano alla prefettura», aveva detto.

Sulla vicenda, interviene il Siulp, sindacato italiano unitario dei lavoratori della polizia: «La richiesta del neo presidente della Conerobus, da anni e nei fatti viene soddisfatta dalla polizia. Seppur con una costante carenza negli organici, le poliziotte ed i poliziotti della provincia di Ancona hanno sempre garantito le esigenze di ordine pubblico, del controllo del territorio, dell’attività info-investigativa, del codice rosso, il contrasto a fenomeni di devianza giovanile, finanche i servizi sui bus».

Italo D’Angelo, presidente Conerobus

«La squadra volante della polizia, quando chiamata, ha garantito sempre il pronto intervento ed il controllo del territorio. La squadra mobile, invece, deve fare quello per cui è stata istituita, ossia le indagini e la repressione dei reati, non controllare e presidiare le tratte a bordo dei bus scolastici. Condividiamo la presa di posizione del questore Capocasa e non riusciamo a comprendere quale sia il motivo di pubblicizzare una criticità senza prima coinvolgere, eventualmente, i diretti interessati a svolgere tale servizio».

«Un’invasione di campo inopportuna su cui chiederemo, semmai dovessero organizzarsi servizi mirati sui bus, un confronto con i sindacati. In questi ultimi anni, con la politica del questore dorico, sono state messe in campo molte iniziative ed i colleghi hanno fatto gli straordinari per aumentare la sicurezza reale e percepita dei cittadini, la reintroduzione del poliziotto di quartiere, i servizi nelle scuole, quelli straordinari con il reparto prevenzione crimine, oltre al normale controllo del territorio ed alle attività info-investigative, ha garantito una presenza costante della polizia tra la gente e per la gente. E tutto questo è stato possibile solo grazie allo spirito di abnegazione dei colleghi che, con sacrifici personali e familiari, non si sono mai tirati indietro».

Il questore di Ancona, Cesare Capocasa

Dal Siulp, rincarano la dose: «Ecco perché non condividiamo i tempi ed i modi delle dichiarazioni del presidente della Conerobus D’Angelo. Il Siulp evidenzia che la polizia c’è e che nulla viene sottovalutato dalle criticità sulla sicurezza degli autisti dei bus, come a quelle degli infermieri, medici, insegnanti. Perché la polizia di Stato è a tutela di tutti i cittadini, è fondamentale, soprattutto per chi conosce l’ambiente, andare nella medesima direzione per trovare i giusti correttivi, condividere soluzioni per evitare che in un paese civile e democratico, qual è il nostro, le lavoratrici e i lavoratori delle helping profession e dei servizi pubblici essenziali debbano subire passivamente e continuamente aggressioni e violenze, compresi anche gli autisti e controllori dei bus». E ancora: «Non è una questione circoscritta perché le aggressioni ormai non risparmiano più nemmeno le forze di polizia, atteso che in Italia se ne registra una ogni tre ore, e che sono il frutto della totale e certa impunità di cui godono coloro che le mettono in atto. E su questo la politica deve intervenire perché aggredire il personale in uniforme è sinonimo di un attacco, diretto e frontale, allo Stato e la politica deve trovare quelle rapide e veloci risposte che garantiscano i cittadini vittime dei reati e che i colpevoli, quando sono identificati e arrestati, scontino le giuste pene che l’ordinamento prevede senza poterli trovare il giorno dopo a delinquere o a continuare ad imporre la propria violenza e maleducazione sociale. Siamo sempre disponibili a dare il nostro contributo affinché ci sia un percorso condiviso e valorizzi il lavoro svolto dai colleghi della polizia di Stato e non solo».

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