ANCONA – Sporchi o inaccessibili, talvolta in disuso, chiusi, numericamente insufficienti: sono i bagni pubblici di Ancona, nota dolente che l’attuale amministrazione comunale ha ricevuto in eredità dalla precedente e tema sempre discusso, anche nei giorni scorsi sui banchi del consiglio comunale, in seguito a un’interrogazione urgente posta dalla consigliera Carla Mazzanti all’assessore Daniele Berardinelli: «Nella nostra città abbiamo ereditato una situazione di servizi igienici pubblici carente per condizione e per numero, arredi fatiscenti, obsoleti, decisamente poco funzionanti e poco utilizzabili, ma spesso anche con un accesso difficoltoso – ha detto Carla Mazzanti –. Tenendo conto del sempre più ricco calendario di eventi e dell’aumento di visitatori chiedo quali sono i progetti e le tempistiche che l’amministrazione comunale prevede per questo problema annoso e delicato». Bagni pubblici cercansi disperatamente, insomma, anche alla luce di quanto Ancona sta facendo per aumentare la propria visibilità anche in ottica turistica.
La risposta giunta dall’assessore Daniele Berardinelli è partita da un quadro della situazione «molto problematica» per tante ragioni: «Il principale aspetto – ha spiegato l’assessore – è che non solo sono pochi, ma quelli che ci sono in tanti casi sono abbandonati, altri neanche ricompresi nell’elenco bagni pubblici che l’amministrazione deve gestire e che ha affidato ad AnconaServizi per manutenzione e pulizia. I bagni sono diversi, ne abbiamo tredici, ma, ad esempio, quelli di Varano e Montesicuro non sono censiti, quello di piazza Stamira è abbandonato, lo stesso quello all’interno della galleria Dorica. L’intenzione è quella di migliorare il servizio. Stiamo lavorando per cercare di aumentare il numero dei bagni e per ristrutturarne alcuni che sono in condizioni penose, parlo per esempio dei bagni vicino allo Scalone Nappi, quelli di piazza Stamira, situazioni che vanno sanate e completamente riviste. Non solo per gli eventi che ospita Ancona ma anche per le esigenze dei cittadini, dobbiamo fornire servizi più all’altezza di un capoluogo di regione. Stiamo lavorando anche sull’ipotesi di installare bagni autopulenti e a gettone. Nel censimento dei bagni pubblici c’era anche un bagno di piazza Cavour che non esiste (non esiste più, ndr). Anche questa sarebbe un’idea – ha concluso Daniele Berardinelli –: dotare piazza Cavour di un bagno, una struttura decorosa che possa inserirsi bene nell’ambiente di una piazza come quella».