ANCONA – Circa il 33% della costa italiana è occupata da concessioni demaniali, mentre il restante 67% è libero. Il dato è emerso dal tavolo tecnico istituito presso la Presidenza del Consiglio per stabilire se ci sono le condizioni per applicare la Bolkestein. La direttiva dell’Unione Europea vorrebbe mandare all’asta le concessioni balneari in presenza di scarsità della risorsa naturale libera.
Le gare dovrebbero partire dal 2024 secondo quanto deciso dal Consiglio di Stato, oppure dopo il 2024 in base a quanto stabilito dal rinvio previsto dal decreto Milleproroghe. Per la Corte di giustizia europea invece le concessioni non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere messe a gara.
Secondo le associazioni dei balneari il lavoro di mappatura svolto dal governo confermerebbe che le spiagge libere non sono scarse e che quindi la direttiva non andrebbe applicata al loro settore, ma la questione è spinosa e molti sono gli aspetti poco chiari anche per gli stessi operatori balneari, i quali, tra l’altro, vorrebbero che il lavoro di mappatura, avviato dal governo, fosse esteso anche alle coste dei laghi e dei fiumi.
La situazione nelle Marche
Banca d’Italia nel rapporto annuale ’Economia delle Marche’ 2023 ha realizzato un focus proprio sui balneari nel quale è emerso che sono quasi mille le concessioni demaniali nelle Marche (per la precisione 942) le quali generano un canone medio di 3.740 euro annui, al di sotto della media nazionale che ammonta a 6.340 euro.
Secondo una stima di Legambiente nel territorio regionale le spiagge libere sarebbero circa il 38% un dato più basso di quello nazionale. Nel report di Banca d’Italia un marcato assorbimento di costa da parte delle concessioni balneari si registra a San Benedetto del Tronto e a Numana, dove solo il 10 e il 20% di costa sarebbe libera da concessioni, mentre una legge regionale fissa al 25% la quota minima di spiagge libere.
Il Sib
Nel commentare i dati di occupazione delle spiagge, Romano Montagnoli, presidente regionale del Sindacato Italiano Balneari Confcommercio (Sib) dice «i numeri sono numeri, ma poi bisogna interpretarli tanto è vero che leggiamo dai titoli di stampa cose diametralmente opposte. Detto, ciò è solo un punto a favore e la politica deve fare la sua parte nella direzione di una riforma organica del codice della navigazione e della messa in sicurezza della balneazione attrezzata italiana».
Invece per quanto riguarda i dati di Bankitalia relativi ai canoni per le concessioni, inferiori rispetto alla media nazionale, questa «è giustificata dal fatto che in questa regione ci sono tante piccole concessioni famigliari e non grossi insediamenti. Dato che il canone viene stabilito a metri quadrati ecco scoperto l’arcano».
Stagione sottotono
I balneari marchigiani oltre al nodo Bolkestein devono fare i conti anche con una stagione sottotono e comunque con presenze inferiori rispetto alle aspettative, dopo due stagioni sopra la media. Il Sib stima un calo «attorno al 10 – 20% circa, legato soprattutto alla contingenza, al fatto che è diminuito il potere di acquisto delle famiglie. Nonostante tutto abbiamo avuto comunque una buona stagione, grazie anche al bel tempo».
I rincari sul carrello della spesa, il caro carburante, il caro mutui e anche il caro vacanze, con l’ondata di rialzi hanno spinto molti ad accorciare le vacanze, se non addirittura a dovervi rinunciare. A questo si somma anche il fatto che si è tornati a viaggiare all’estero e chi poteva, dopo tre anni costretti a restare in Italia, hanno preferito andare fuori dal Paese.