ANCONA – Nuova udienza nell’ambito del processo per il crac di Banca Marche. Ieri (17 febbraio) in Tribunale ad Ancona è stato ascoltato Francesco Foti consulente della Procura di Ancona.
Al centro della testimonianza di Foti i finanziamenti concessi ai costruttori clienti dell’istituto di credito marchigiano per i quali era previsto il cambio di destinazione urbanistica.
In particolare nel corso dell’interrogatorio condotto dal legale delle parti civili rappresentate da Unione Nazionale Consumatori, Corrado Canafoglia, è emerso che Banca Marche avrebbe concesso nel caso del cantiere ex Sacelit di Senigallia, società del Gruppo Lanari, 107 milioni di euro chiedendo come unica garanzia la sottoscrizione da parte della società di un certificato di deposito per 27,4 milioni di euro. Un deposito che però, come spiega l’avvocato Canafoglia, una volta giunto a scadenza sarebbe rientrato nella disponibilità del Gruppo Lanari.
Ma nel corso dell’interrogatorio del teste è emerso anche che in alcuni casi i finanziamenti venivano concessi a società con sede legale a San Marino o in Lussemburgo, mentre in altri a società che non avrebbero avuto i requisiti per poi restituire il denaro.
Il legale Canafoglia, che ha interrogato il teste per oltre 3 ore, ha posto un focus sul fatto che alcuni di questi finanziamenti di importi milionari sarebbero stati concessi a società che avrebbero dovuto eseguire lavori urbanistici in aree che però non avevano la corretta destinazione urbanistica: in pratica l’erogazione del finanziamento era legata al cambio di destinazione urbanistica che però non sarebbe mai avvenuto, mentre il denaro in qualche caso sarebbe comunque stato concesso senza però questo cambio di destinazione. Prossima udienza lunedì 24 febbraio quando saranno ascoltati l’imprenditore Pietro Lanari titolare di uno dei gruppi verso cui l’istituto di credito si era maggiormente esposto e i rappresentanti della PricewaterhouseCoopers, la società di revisione che ha seguito Banca Marche .