Ancona-Osimo

Banda dello spray, Camera di consiglio riunita

La sentenza del processo per la tragedia di Corinaldo è attesa in giornata. Fuori dall'aula del Tribunale di Ancona lo sfogo dei familiari

ANCONA – «Ci hanno rovinato la vita». Sono le parole colme di dolore di Giuseppe Orlandi il papà di Mattia una delle vittime della strage della Lanterna Azzurra di Corinaldo. Un commento rilasciato fra le lacrime fuori dall’Aula in Camera di consiglio prima della sentenza che deciderà le sorti della “banda dello spray”.

Il gruppetto della Bassa Modenese, è accusato dalla Procura di Ancona, di aver spruzzato una sostanza urticante all’interno della Lanterna Azzurra di Corinaldo, dove nella notte fra il 7 e l’8 dicembre 2018 morirono 5 adolescenti e una mamma 39enne travolti dalla calca nel fuggi fuggi dalla discoteca.

Imputati nel processo con rito abbreviato che si conclude oggi (giovedì 30 luglio), sono Ugo Di Puorto, Raffaele Mormone, Andrea Cavallari, Moez Akari, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah. La sentenza è attesa per le 14.30. Nel corso dell’udienza, in Aula hanno replicato le parti civili, i Pm, la difesa e hanno parlato anche tre dei sei imputati che hanno rilasciato dichiarazioni spontanee. Cavallari davanti al giudice ha dichiarato «i miei errori li voglio pagare», mentre Akari ha riferito di essere stato male e si è detto dispiaciuto per quanto accaduto quella notte, ma ha anche chiesto che arrivi la condanna «per i veri responsabili». Addada invece si è detto estraneo ai fatti e ha ribadito ancora una volta di non aver spruzzato lo spray urticante all’interno del locale.

Giuseppe Orlandi, sollecitato dai giornalisti fuori dall’Aula ha chiesto che parta al più preso anche l’altro filone di indagine, quello relativo alle presunte responsabilità sulle misure di sicurezza adottate nella discoteca, i permessi rilasciati per la struttura inquadrata come magazzino agricolo e il sovraffollamento del locale. Ha ricordato che la Lanterna Azzurra era stata fatta riaprire il 10 ottobre 2017 «senza i requisiti di sicurezza». «I nostri figli non ce li ridarà più nessuno» ha sottolineato il papà di Mattia Orlandi, «quello che hanno commesso è grave, è inammissibile, ma è anche vero che i locali devono essere in sicurezza».

Giuseppe Orlandi ha raccontato di aver provato rabbia alla vista della banda in Aula, «come è possibile studiare espedienti così assurdi per rubare catenine; non si può speculare sulla vita degli altri. È una cosa assurda», poi ha invocato che «le indagini vadano fino in fondo in maniera scrupolosa».

L’avvocato della famiglia Vitali, Irene Ciani, ha precisato che i ragazzi della banda «sono responsabili, la cosa più disarmante è che sembra che non se ne rendano conto». In ogni caso «tutti hanno concorso» in quanto accaduto.
A perdere la vita quella notte sono stati la morte di Emma Fabini (14 anni), Benedetta Vitali (15 anni), Mattia Orlandi (15 anni), Asia Nasoni (15 anni), Daniele Pongetti (16 anni) e Eleonora Girolimini, 39 anni, madre di quattro figli.