ANCONA – Il processo per la strage di Corinaldo si avvia alla fase conclusiva per quanto riguarda il filone di indagine relativo alla banda dello spray, accusata di aver spruzzato la sostanza urticante all’interno della Lanterna Azzurra, dove nella notte fra il 7 e l’8 dicembre 2018, morirono schiacciati dalla calca 5 adolescenti e una mamma 39enne.
Ieri (23 luglio) al Tribunale di Ancona si sono conclusi gli interventi degli avvocati difensori del gruppetto della Bassa Modenese, specializzato in furti con strappo di preziosi. Ugo Di Puorto, ritenuto il boss del gruppo, Raffaele Mormone, Andrea Cavallari, Moez Akari, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah sono accusati di omicidio preterintenzionale, associazione a delinquere finalizzata a furti e rapine, lesioni personali anche gravi e singoli episodi di furti e rapine commessi in diversi locali notturni.
Nell’udienza di ieri, l’ultima prima delle repliche delle parti che avverranno il 30 luglio quando probabilmente verrà emessa anche la sentenza, Alessandro Cristofori, avvocato di Badr Amouiyah, ha sostenuto che non sono state ancora individuate responsabilità personali per gli imputati per quanto riguarda l’evento che ha scatenato il fuggi fuggi dalla discoteca. Inoltre ha difeso il suo imputato dall’accusa di essere stato lui a spruzzare la sostanza urticante all’interno del locale, tanto che poi sulla bomboletta sono state rilevate tracce del Dna di Ugo Di Puorto. Anche l’avvocato Cristofori ha seguito le orme della linea difensiva dei colleghi che lo hanno preceduto nell’ultima udienza, negando l’ipotesi di associazione a delinquere.