ANCONA – «Emerge un quadro abbastanza composito, soprattutto considerando i primi sei mesi» dell’anno che «sono stati e risulterebbero sostanzialmente positivi» per quanto riguarda «sia il settore reale sia il settore finanziario» mentre poi «andando avanti con il tempo è aumentato il clima di incertezza». Lo ha detto, questa mattina, lunedì 14, a margine della conferenza stampa di presentazione dell’aggiornamento congiunturale il neo direttore di Banca d’Italia di Ancona Maurizio Cannistraro.
Un report, quello di Bankitalia, che vede un primo semestre di crescita dell’attività economica nelle Marche (+5,7%) in linea con il dato nazionale. Nel terzo trimestre del 2022 però il quadro cambia: «Le prospettive economiche, sia per il settore reale che per quello finanziario, cominciano a delineare dei segni di attenzione – dice – che continueranno a dispiegare i propri effetti nei mesi ulteriormente a venire».
Nell’industria, l’attività è cresciuta in tutti i principali settori di specializzazione della manifattura regionale: nei primi 9 mesi dell’anno si registra un diffuso aumento delle vendite nel calzaturiero, dopo la debole dinamica registrata nel 2021. Nel settore delle costruzioni è continuata la fase espansiva iniziata nella seconda parte del 2020, anche grazie al bonus 110%.
Bene anche il commercio, che ha beneficiato della crescita dei consumi delle famiglie, e il turismo, che durante l’estate ha registrato un significativo aumento delle presenze dei visitatori italiani e stranieri. La liquidità delle imprese è rimasta su livelli elevati, anche se in riduzione nel corso dell’anno: l’accresciuto bisogno finanziario da parte del settore produttivo è legato anche all’aumento dei costi di produzione e si è tradotto in un’accelerazione dei prestiti.
Secondo Cannistraro «ci sono dei segnali abbastanza preoccupanti guardando ora gli ultimi mesi. L’industria comincia a mostrare dei segni di rallentamento. Anche per quanto riguarda il settore finanziario cominciamo a vedere qualche tensione per quanto riguarda i tassi, le condizioni sia di erogazione che di offerta del credito».
«Insomma – aggiunge – è un momento molto difficile da analizzare, proprio perché ci troviamo a passare da due condizioni molto diverse tra l’inizio dell’anno e la parte finale». L’atteggiamento per quanto riguarda il mondo dell’industria vede «le aspettative degli imprenditori improntate alla massima cautela e anche i consumi delle famiglie cominciano a evidenziare una fase di rallentamento».
Sul fronte del comparto creditizio «le condizioni di offerta anche qui cominciano a mostrare i primi sintomi di irrigidimento – osserva – Infatti aumentano le condizioni applicate dagli intermediari bancari agli imprenditori soprattutto per quanto riguarda i prestiti connotati da maggiore rischiosità». In sintesi, «è una fase molto complessa da analizzare, proprio perché siamo in una fase di trapasso piuttosto importante».
«Se guardiamo ai primi sei mesi» ha concluso «sembrava che le cose potessero reggere, chiaramente con l’andare avanti della guerra e tutta la fase di ripercussioni che questa ha determinato, una sorta di ‘tsunami’, possiamo chiamarlo così, giorno dopo giorno, mese dopo mese, dobbiamo registrare un rallentamento dell’economia e quindi anche della fiducia degli investitori e anche un atteggiamento più orientato alla cautela anche da parte delle famiglie dei consumatori».