ANCONA – Nel giorno degli interrogatori di garanzia, tra Montacuto e il palazzo di Giustizia, dei 5 arrestati nell’inchiesta “Ghost Jobs” relativa ad alcuni appalti del Comune di Ancona, la Lega torna alla carica e continua a chiedere le dimissioni della sindaca di Ancona Valeria Mancinelli. L’indagine partita nell’autunno del 2018 dopo che alcuni appalti erano finiti nel mirino della Squadra Mobile di Ancona perché eseguiti solo parzialmente, è sfociata il 7 novembre scorso nel blitz condotto all’interno del palazzo comunale dei poliziotti, coadiuvati dagli agenti della Polizia Locale, che hanno posto in arresto il geometra Simone Bonci dipendente del Comune nel settore lavori pubblici direzione manutenzione, frana e protezione civile e 4 imprenditori tutti accusati di corruzione, . Una vicenda che vede altre 30 persone indagate fra le quali anche l’assessore ai lavori pubblici Paolo Manarini.
«Opere pubbliche mai eseguite, parzialmente realizzate o per le quali l’Amministrazione comunale di Ancona avrebbe sborsato cifre astronomiche rispetto al loro reale valore. È possibile che nessuno sapesse, controllasse il lavoro degli uffici o si sia fatto delle domande? Dov’era il sindaco Mancinelli, troppo impegnata a ritirare premi e a scrivere libri sulla buona amministrazione cittadina?» tuonano il responsabile della Lega Marche Paolo Arrigoni e il referente cittadino del partito Primiano Troiano.
I due esponenti della Lega richiamano incalzano la Mancinelli spiegando che «sui documenti sottoposti a sequestro dalla Polizia ci sono le firme di dirigenti e funzionari comunali, pagati dai cittadini per esercitare compiti di controllo, così come spetta agli assessori verificare il buon esito dei lavori e degli indirizzi forniti dall’amministrazione». Inoltre esprimono preoccupazione per la presenza tra gli indagati dell’assessore Manarini: «numerose opere pubbliche mai realizzate o mal fatte e l’incapacità di vigilare su come vengono utilizzati i soldi dei cittadini, Valeria Mancinelli dovrebbe avere la decenza di restituire la nomina a “miglior sindaco del mondo 2018”». Infine chiedono anche la sospensione della delega all’assessore indagato e di «ascoltare le richieste delle minoranze consiliari sull’istituzione di una commissione interna che faccia chiarezza su questa inquietante situazione».
A replicare dal Pd è la segretaria provinciale Sabrina Sartini: «Il Pd esprime la massima fiducia nel sindaco Mancinelli e sull’operato degli amministratori. Non è una vicenda che possa essere oggetto di un commento politico dal momento che è in corso il lavoro della Magistratura alla quale chiediamo di agire in fretta per chiarire velocemente la vicenda e fare in modo che i colpevoli siano puniti correttamente e duramente». L’esponente dei dem spiega che il partito ha scelto questa linea «per evitare di alimentare una dialettica politica che non ha motivo di esistere. Occorre perseguire i colpevoli, ma lasciare in pace gli innocenti». «Basta con il linciaggio mediatico, essere al centro di una indagine non significa colpevolezza. Rinnoviamo la nostra piena fiducia al sindaco e agli assessori nel pieno rispetto del lavoro della Magistratura».
«Mi limito a sottolineare – conclude la Sartini – che chi chiede le dimissioni della Mancinelli, che non è neppure sfiorata dalle indagini, non fa che gettare un’ombra sul lavoro degli 800 dipendenti che lavorano in Comune e sul buon lavoro svolto in questi anni dall’amministrazione comunale. Non si può pensare di usare questa vicenda per speculazioni politiche a danno del sindaco».