La blue economy nelle Marche riveste un ruolo di grande rilievo e rappresenta un settore strategico su cui puntare per creare benessere e occupazione. A discuterne è il professor Andrea Perna, presidente del corso di laurea triennale MA.R.I. (Management per la Valorizzazione Sostenibile delle Aziende e delle Risorse Ittiche) dell’Università Politecnica delle Marche (Univpm). Questo corso, unico nel panorama nazionale, è nato dalla collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, con l’obiettivo di «formare figure manageriali e imprenditori esperti nel settore», spiega Perna.
Il corso mira a garantire agli studenti una formazione innovativa e multidisciplinare, favorendo lo sviluppo di competenze per la gestione sostenibile di aziende e istituzioni operanti nella filiera della pesca e dell’acquacoltura. Tra i settori coinvolti spiccano quelli legati alla produzione, distribuzione, trasformazione, vendita e utilizzo dei prodotti ittici. In questo contesto, l’Univpm, grazie alla collaborazione tra diverse facoltà, offre una preparazione specialistica che integra competenze economico-aziendali, giuridiche, biologico-ambientali e mediche.
Nelle Marche, la blue economy, modello di sviluppo economico basato sull’utilizzo sostenibile delle risorse marine e costiere nel rispetto dell’ambiente e della salute umana, interessa una filiera articolata. Tra i suoi pilastri la cantieristica – vero fiore all’occhiello del territorio con il relativo indotto –, il turismo, la manifattura, la trasformazione e conservazione del prodotto ittico, e naturalmente la pesca. Quest’ultima, un mestiere antico, potrebbe essere resa «più sostenibile ed innovativa», sottolinea Perna.
Con la digitalizzazione ormai imprescindibile anche per la blue economy, l’innovazione della filiera agroalimentare diventa un tema cruciale per affrontare le sfide future e cogliere nuove opportunità. Le Marche, spiega Perna, devono difendere e sviluppare le proprie nicchie di eccellenza, favorendo la condivisione di conoscenze e l’adozione di nuovi modelli performanti. Questo approccio può rafforzare la competitività della blue economy marchigiana sui mercati internazionali. «Le imprese necessitano di competenze per innovare, e il ruolo dell’Univpm è strategico per supportarle e creare occupazione in un settore ricco di opportunità», aggiunge il docente.
Per potenziare l’occupazione nel settore, quali azioni sono necessarie? «In un mercato del lavoro in evoluzione, i giovani che si affacciano a questo mondo hanno aspettative molto diverse rispetto al passato. Per questo è fondamentale creare condizioni favorevoli e dare maggiore impulso alle politiche green», afferma Perna. Le nuove generazioni, come dimostrato da numerose ricerche internazionali, sono particolarmente sensibili ai temi della sostenibilità ambientale, un criterio che spesso influenza anche la scelta dell’azienda per cui lavorare.