Ancona-Osimo

Bollicine a Capodanno. Coldiretti: «In crescita la domanda di spumanti marchigiani, anche bio e rosé»

In occasione delle feste di fine anno la domanda di bollicine italiane fa registrare il picco, con 1/3 delle bottiglie consumate nel Paese durante l’intero anno

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Foto di ADMC da Pixabay

ANCONA – Tappi pronti a saltare in aria per salutare il nuovo anno. Allo scoccare della mezzanotte, sia che ci si trovi in casa o al ristorante, si rinnova l’usanza di stappare con il ‘botto’ le bottiglie di spumante (facendo saltare il tappo in aria) e di brindare con i calici pieni di bollicine. Un gesto simbolico che vuole essere, come da tradizione, di buon auspicio per l’anno nuovo.

Ed è proprio in occasione delle feste di fine anno che la domanda di spumante italiano fa registrare il picco, con 1/3 delle bottiglie consumate nel Paese durante l’intero anno. Coldiretti stima che quasi 9 italiani su 10 (89%) non rinunciano al brindisi Made in Italy a fine anno (indagine Ixe’). A guidare la classifica delle produzioni nazionali è il Prosecco (70%), seguito dalle altre bollicine nazionali, come il Franciacorta, l’Asti, il Trento Doc e le piccole produzioni locali come quelle che si sono diffuse nelle Marche. Nelle Marche la produzione di bottiglie di spumante si aggira attorno alle 11mila circa.

«Dal Nord al Sud delle Marche la domanda di spumanti sta crescendo in maniera importante» dice presidente Coldiretti Pesaro Urbino, Tommaso di Sante spiegando che tra le bollicine più richieste ci sono bianchelli, verdicchi, pecorini e passerine, ma «c’è tanto apprezzamento anche per i prodotti da vigneti biologici».

A crescere è anche l’interesse rivolto ai rosé sia spumanti che vini fermi «un mercato – prosegue Di Sante – che negli anni passati era poco attenzionato. Molto richiesti durante le feste anche i rossi come il Conero, i Colli Pesaresi, il Piceno, c’è un’ottima qualità su tutti i prodotti e la gastronomia importante che caratterizza le Marche tra Natale e l’Epifania, rende gli abbinamenti ottimali».

A distinguere la produzione marchigiana di bollicine e vini è senza dubbio il biologico, che sia in termini di ettari che di produzione vede numeri importanti. «Nelle Marche abbiamo il distretto biologico più grande d’Europa – dice Di Sante -, un distretto che dobbiamo promuovere anche guardando al futuro, sia con la possibilità di incrementarlo, sia legandolo al turismo con il concetto di salute». I vini e le bollicine bio Made in Marche per ora sono più apprezzati oltre i confini regionali e anche all’estero conclude Di Sante, ma «anche i marchigiani scelgono e apprezzano questi prodotti che hanno un ottimo rapporto qualità prezzo».

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