ANCONA – L’auto della ex fidanzata, una barista del Piano, va a fuoco in piena notte e il giudice lo condanna per danneggiamento. Dovrà scontare un anno e 4 mesi, Elio Maiorana, 51 anni, siciliano, che oggi in aula si è difeso così: «Quelle fiamme io le ho spente perché avevo visto un principio di incendio. Ero lì perché ero uscito per fare carburante».
Le fiamme alla vettura di una barista di nazionalità cinese, una Mitsubishi Colt, parcheggiata in largo Sarnano, risalgono al 2 febbraio 2016. Era quasi mezzanotte quando i carabinieri sorpresero il siciliano con una tanica di benzina, a fare rifornimento. A pochi passi c’era l’auto in fiamme. Bastò questo per aprire un processo a suo carico, per danneggiamento a seguito di incendio. Già noto alle forze dell’ordine e attualmente detenuto nel carcere di Alghero per altri fatti di rilevanza penale, Maiorana è arrivato ad Ancona direttamente dalla Sardegna, scortato dalla polizia penitenziaria. Davanti al giudice Paolo Giombetti ha spiegato la sue versione dei fatti. «La mia auto mi aveva lasciato a piedi – ha detto in aula l’imputato – ho una vettura a metano. Tra i rifiuti ho trovato una tanica e con quella sono andato alla pompa di benzina per fare carburante. Ho visto un principio di incendio all’auto della mia ex fidanzata e l’ho spento».
L’uomo, difeso dall’avvocato Raffaele Sebastianelli, ha respinto le accuse dicendosi estraneo alle fiamme. I carabinieri trovarono però il tappo della tanica vicino alla vettura andata a fuoco. Un dettaglio di cui il giudice ha tenuto conto aumentando la pena di quattro mesi. Il pm infatti aveva chiesto una condanna ad un anno. La difesa farà appello.
Maiorana aveva avuto una relazione sentimentale con la barista e per alcuni mesi aveva utilizzato l’auto di lei. Il 51enne aiutava la donna anche al bar. Poi il rapporto tra i due era finito.