ANCONA – Bufera Asur, chiusura ospedali e liste di attesa. Sono questi i nodi critici di una «sanità regionale che non funziona». A dirlo, questa mattina (7 agosto) in conferenza stampa a Palazzo Marche, è il capogruppo della Lega, Sandro Zaffiri, al quale si sono uniti i consiglieri regionali di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Area popolare. Presenti, anche Elena Leonardi, Marzia Malaigia (Lega) e Mirco Carloni (Area Popolare).
«È l’ennesimo bocciatura dell’assessore alla sanità Ceriscioli e del governo regionale sulla sanità delle Marche – afferma Zaffiri – Basta solo ricordare che il piano sanitario regionale avrebbe dovuto essere pronto nel 2015, quando Ceriscioli ha iniziato la sua legislatura, infatti il piano era scaduto nel 2014».
Poi c’è la questione delle liste di attesa che «non solo non sono diminuite, ma sono addirittura aumentate con tempi che arrivano anche al 2021», osserva il capogruppo della Lega. «Ci sono più di 2mila bambini che aspettano una visita specialistica per logopedia e riabilitazione neuropsicomotoria».
La capogruppo di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, ha evidenziato la legge regionale che «ha tagliato i rimborsi ai malati oncologici, eliminando la possibilità di trasferte e reindirizzando i pazienti sul territorio regionale, creando una disparità tra chi ha possibilità economiche e chi non le ha. Occorre investire sul personale – prosegue – sulle strutture, sui macchinari e sulla formazione. Da questi problemi parte un percorso di critica il cui obiettivo è quello di cercare soluzioni migliorative rispetto al modello sanitario proposto dalla Regione».
Gli ospedali chiusi non sono stati riconvertiti, hanno tolto l’oculista pediatrico mettendo in difficoltà i pediatri – incalza Zaffiri – siamo allo sbando più totale. Servono interventi mirati per elevare il livello del Servizio Sanitario». Sulla bufera che ha investito l’Asur, i consiglieri spiegano in una nota che «stanno interessando la parte più amministrativa, ma che non possono che avere delle chiare responsabilità di ordine politico».
Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia evidenziano anche una «progressiva perdita della sanità di prossimità, mobilità passiva, con l’aggiunta, però, della considerazione che, proprio su questi temi, il presidente Ceriscioli aveva formulato precise promesse in senso migliorativo. Nulla di tutto ciò. «Anzi – osservano – . Assistiamo giorno dopo giorno ad un peggioramento della situazione, con utenti, ma anche personale medico e sanitario in fibrillazione, in attesa di un piano sociosanitario che, non soltanto, tarda a venire, ma che è ben lungi dall’essere condiviso».
Una situazione che investe non solo gli utenti, ma anche il personale, spiegano in una nota: «La fuga dei primari, perché chiamati ad operare in un contesto di assoluta precarietà e mediocrità, per finire alla sempre minor attenzione nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, anziani, non autosufficienti e bambini in età prescolare che avrebbero bisogno di interventi mirati e che, invece, sono sempre più soli e abbandonati».
I consiglieri del centrodestra segnalano anche la «pessima integrazione che la Giunta regionale sta perseguendo tra pubblico e privato, per il fatto che quest’ultimo si sta sostituendo al primo nella fase diagnostica e poco in quelle fasi di cura e assistenza dove ce ne sarebbe magari necessità, ispirandosi al modello regionale del Veneto e della Lombardia».