ANCONA – No alla caccia al lupo. Lo dicono le associazioni CAI – ENPA – GRIG – Italia Nostra – LAC – La Lupus in Fabula – LAV – LIPU – Pro Natura – Forum Salviamo il Paesaggio – WWF. Il niet arriva dopo la proposta lanciata dal consigliere regionale Giacomo Rossi (Civici Marche) di avviare la caccia di selezione al lupo. «Ci aveva già provato l’ex consigliere regionale Talè, copiando analoghe proposte già avanzate in Trentino Alto Adige e in Veneto e poi clamorosamente bocciate» ricordano le associazioni, nel rimarcare che «il lupo è una specie particolarmente e rigorosamente protetta, su cui le Regioni non possono in alcun modo legiferare. Altro che “caccia di selezione”».
Le associazioni accusano il consigliere di «inaccettabile ignoranza delle leggi nazionali e delle direttive comunitarie da parte di un rappresentante istituzionale: che torni a studiare». La proposta del civico era giunta in seguito a ripetuti avvistamenti di lupi nelle campagne in città e ad alcuni danni ad imprese agricole imputati ai lupi.
Gli animalisti e ambientalisti sottolineano che «solo analisi genetiche del DNA possono accertare con certezza se a predare siano stati Lupi e non invece cani vaganti, incustoditi, randagi spesso appartenuti ad allevatori o cacciatori, ma ci risulta che solo una piccolissima percentuale di questi animali predati sia sottoposta all’esame del DNA, anche perché la maggior parte dei veterinari non possiede le competenze ed i mezzi per farlo. Le misure di prevenzione e la custodia responsabile degli animali servono proprio a evitare qualsiasi tipo di predazione, come hanno dimostrato non solo progetti Life (MedWolf, Life WolfAlps solo per citarne alcuni) ma anche associazioni di allevatori: purtroppo tali strumenti vengono palesemente ignorati e non applicati».
La legge regionale, spiegano, «prevede indennizzi agli allevatori indistintamente sia per le predazioni
causate da lupi, che da cani randagi o inselvatichiti. Ricordiamo poi al consigliere Rossi, che le Marche sono in Italia e che entrambe fanno parte della Comunità Europea: la Regione Marche, quindi, non può legiferare proprie leggi violando la Costituzione che attribuisce solo allo Stato la competenza esclusiva in materia di fauna e biodiversità».
Le associazioni citano alcuni studi scientifici sull’inutilità degli abbattimenti secondo i quali «nei rarissimi casi ove è stata consentita l’uccisione dei lupi, come in Francia e in Spagna, non solo non sono diminuiti i casi di attacchi agli animali negli allevamenti, ma addirittura essi sono aumentati! Può leggere in proposito lo studio dell’EURAC sull’aumento dei danni dopo gli abbattimenti. La verità, quindi, è che tutta questa campagna mediatica denigratoria, diffamatoria e di odio nei confronti del lupo non è fatta in realtà in favore degli allevatori, l’unica categoria potenzialmente danneggiata, ma a beneficio dei cacciatori, perché il lupo rappresenta ormai il loro maggior competitore, in quanto le analisi delle sue feci dimostrano che le sue prede preferite sono in realtà i cinghiali e i caprioli, guarda caso anche quelle più ambite dai cacciatori stessi».