ANCONA – «L‘estate 2023 ha battuto ogni record per quanto riguarda le temperature, superando anche l’estate dell’anno scorso che già era stata molto calda e siccitosa». Lo afferma il professor Giorgio Passerini meteorologo dell’Università Politecnica delle Marche. «Rispetto alle medie stagionali – aggiunge – le temperature sono superiori mediamente di 5-8 gradi, ma in alcune zone i sono registrati scostamenti anche di 10-12 gradi soprattutto nelle aree dell’entroterra. La fascia tirrenica e l’entroterra delle isole sono le zone che in Italia stanno subendo maggiormente gli effetti di questa ondata di calore, partita più tardi rispetto all’anno scorso e che sta colpendo in misura minore lungo l’Adriatico».
Mercoledì 19 luglio, giorno in cui si è registrato il picco dell’ondata di calore, nelle Marche alcune località dell’entroterra maceratese hanno superato i 40 gradi (Appignano, Villa Potenza, Caldarola) e in particolare a San Severino Marche la stazione meteorologica della Protezione civile ha registrato 41,6 gradi. Un quadro di alte temperature, quello dell’entroterra maceratese, secondo il meteorologo Passerini che può essere spiegato per l’unione di diversi fattori, dalla circolazione dell’alta pressione alla componente orografica (montagne e colline) e locale, fino all’isola di calore urbano e alla scarsità di vegetazione.
Il professor Passerini spiega infatti che nelle aree urbane i materiali di costruzione catturano calore che rilasciano poi anche durante le ore notturne e la scarsità di vegetazione contribuisce a rendere l’aria calda, tanto che in queste zone si crea la cosiddetta isola di calore urbano dove si rilevano temperature di 4-5 gradi superiori a quello che dovrebbero essere rispetto alla circolazione ciclonica e all’orografia.
Accanto a questo a rendere le temperature particolarmente pesanti per la popolazione è anche il tasso di umidità, particolarmente elevato, tanto che, prendendo sempre ad esame il 19 luglio, ad Ancona era vicina al 100%. «Probabilmente questa ondata finirà con fenomeni estremi, un po’ come quello che stiamo vedendo in Friuli-Venezia Giulia. È un caldo normale? «Nella storia ci sono sempre stati momenti più caldi e momenti più freschi, ma nell’estate 2023 l’entità dell’evento è eccezionale» dice il meteorologo, spiegando che il fenomeno è da attribuire al «riscaldamento in atto nel centro Europa, di circa 2-3 gradi. Se fino ad alcuni anni fa l’Anticiclone Africano era una eccezione, ormai – spiega – è diventato lo standard e questo porta a situazioni di caldo estremo, ma ad essere eccezionale è il fatto che questo caldo è così forte e persistente».
Il meteorologo però invita a non sensazionalizzare. «C’è una tendenza ad estremizzare le notizie relative al meteo, oscillando da chi nega il global worming (riscaldamento globale) a c catastrofista. Le ondate di calore sono eventi che bisogna imparare a gestire, come le alluvioni. Siamo nel bel mezzo di un cambiamento climatico che può portare a temperature elevate come quelle registrate a San Severino Marche a eventi come quelli del Friuli con grandine grossa come palle da tennis e tempeste di fulmini».
Oltre a lavorare sulle opere di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, e sul mantenimento del verde negli spazi urbani, secondo il meteorologo Passerini «occorrerà persino riprogettare quelle apparecchiature che sono più soggette alle ondate di calore. Ad esempio, negli ultimi giorni molte cellule della telefonia mobile hanno manifestato grossi problemi dovuti al caldo estremo, mentre gli incendi all’Aeroporto di Catania e all’Ospedale San Martino di Genova potrebbero essere stati causati, principalmente o secondariamente, dalle temperature estreme».