Ancona-Osimo

Caldo record, Passerini: «Riscaldamento globale evidente. Negazionisti tacciano»

Il climatologo dell'Università Politecnica delle Marche pone l'accento sulla siccità legata alle scarse precipitazioni piovose, sui venti e sui fenomeni estremi che stanno caratterizzando gli ultimi periodi

La Terra
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ANCONA – Tempo soleggiato, balconi in fiore e temperature sopra la media stagionale che hanno raggiunto addirittura i 23,7 gradi ad Ascoli Piceno. Un quadro prettamente primaverile, se non fosse che ci troviamo all’11 febbraio e quindi in pieno inverno. Certo oggi i venti di Garbino hanno fatto salire di molto la colonnina di mercurio, ma l’anticiclone sta predominando già da diverse settimane.

Tra ieri e oggi le temperature hanno toccato valori ben al di sopra delle medie stagionali, con Urbino che segna +5 gradi, Pesaro e Ancona sono sopra di 10 gradi e Ascoli Piceno di 12. Emblematico poi il  valore di Montemonaco, nell’ascolano, che si trova quasi a 1000 metri sopra il livello del mare, e ha registrato una  temperatura di 8 gradi sopra la media stagionale.  A tutto questo si aggiungono le scarse piogge che hanno caratterizzato il periodo: per rintracciare una precipitazione degna di nota, sui 50ml, bisogna andare indietro fino alle giornate tra il 19 e il 23 dicembre.

Tutta colpa del cambiamento climatico che si sta manifestando con «effetti mai visti prima», spiega il climatologo di UnivPm Giorgio Passerini. «Ci troviamo in una situazione veramente rara – precisa – , soprattutto in inverno: la pressione negli ultimi giorni è stata elevatissima con valori sui 1030 millibar». Una condizione che si manifesta soprattutto con il forte vento creato a sua volta dagli anticicloni sempre più grandi e forti, sottolinea il climatologo.

«Per la prima volta a memoria d’uomo – prosegue – il riscaldamento globale è una evidenza inconfutabile, con condizioni talmente evidenti che dovrebbero spingere i negazionisti a stare zitti». «Le Marche hanno però un vantaggio enorme, una grande quantità di acqua immagazzinata nelle montagne».

Intanto il Centro Europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine prevede una primavera all’insegna del freddo e della pioggia per il centro Europa. «Avremo sempre più eventi estremi – spiega Passerini – con ondate calde sempre più calde e ondate fredde sempre più fredde». Il tutto con venti forti che spostano il nostro inquinamento attirando però in alcuni casi quello transfrontaliero o Padano. Negli ultimi periodi numerose sono state le allerte meteo legate al vento. Uno dei più grandi problemi infatti sarà rappresentato dai Medicanes, ovvero i cicloni tropicali del Mediterraneo che potranno abbattersi sulle Marche. Sui quali è in corso uno studio all’Università Politecnica delle Marche.

Inoltre secondo il climatologo occorrerà attrezzarsi «per sfruttare meglio l’acqua impiegata nell’agricoltura e nell’industria» due settori che assorbono la maggior parte dell’acqua potabile. «Il mondo sta cambiando – conclude Passerini – con eventi estremi invernali ed estivi, dobbiamo adeguarci». Un quadro che secondo il climatologo dovrà portare ad una revisione dei piani di protezione civile che dovranno prevedere piani di sgombero in caso di emergenza, oltre che una revisione del sistema di allertamento.