ANCONA – Accendono la prima sigaretta già a 10 anni di età e sono soprattutto ragazze. È un quadro allarmante quello che emerge dall’indagine internazionale “Global Youth Tobacco Survey” che mostra come il fumo sia diffusissimo tra i giovanissimi già alle scuole medie. Fra 13 e 15 anni è un ragazzo su cinque a fumare sigarette tradizionali, mentre le elettroniche sono usate dal 18% di loro.
Le ragazze fumano di più dei loro coetanei maschi: il 24% delle giovanissime si accende abitualmente la sigaretta contro il 16 dei ragazzi. Ad usare la sigaretta elettronica sono soprattutto i maschi, 22%, mentre le femmine sono il 13%. L’abitudine al tabagismo uccide nel mondo quasi 6 milioni di persone ogni anno, mentre il fumo passivo è responsabile di 603 mila morti premature, il 28% delle quali tra i bambini, il 26% tra gli uomini e il 47% tra le donne (Fonte DALYs). In Italia le morti attribuibili al fumo di tabacco sono stimate tra le 70 mila e le 83 mila l’anno, con oltre il 25% di questi decessi compreso tra i 35 ed i 65 anni di età.
Le malattie legate al fumo “pesano” sulla sanità pubblica dell’Unione Europea circa 25,3 miliardi di euro all’anno, mentre la perdita in termini di produttività è stimata in 8.3 miliardi di euro annui. Il cancro al polmone cresce fra le donne tanto da essere la terza causa di morte dopo quello al seno e al colon-retto. Numeri che rispecchiano una diffusione sempre maggiore del fumo tra le donne.
IL PUNTO CON L’ONCOLOGA
La professoressa Rossana Berardi primario della Clinica Oncologica di Torrette fa il punto sulle novità nella ricerca e sul fenomeno dilagante del fumo anche di sigaretta elettronica.
Professoressa Berardi, i dati mostrano che si inizia a fumare già alle medie e che le ragazze fumano di più rispetto ai coetanei maschi: quali sono i rischi di una abitudine al fumo così precoce?
«L’Istituto Superiore di Sanità ci dice che già fra 13 e i 15 anni un ragazzo su cinque fuma quotidianamente le sigarette tradizionali e purtroppo le ragazze sono fumatrici abituali di sigaretta tradizionale nel 24% dei casi contro il 16% dei coetanei maschi. Il fumo danneggia praticamente tutti gli organi e ha quindi un impatto significativamente negativo sulla salute e sull’organismo.
Pressochè tutti i tumori – ricordo che l’85% dei tumori polmonari è dovuto al fumo, un dato che sale al 90% se si considera anche il fumo passivo – le malattie infiammatorie polmonari e le malattie cardiovascolari possono essere causati dal fumo, specie se iniziato in età giovanile. E fumare durante la gravidanza aumenta il rischio di parto prematuro e di sindrome della morte improvvisa del neonato. È evidente che il fenomeno dilagante del fumo, specie nelle donne e nelle ragazze è davvero preoccupante e va fermato».
Le sigarette elettroniche si sono diffuse molto rapidamente, ma sono davvero così innocue o comportano dei rischi per la salute?
«Per quanto riguarda la sigaretta elettronica sono i ragazzi ad usarla abitualmente di più rispetto alle ragazze, ma anche questa soluzione (specie se contenente nicotina), pur essendo meno pericolosa non è totalmente innocua. Esercita, infatti, effetti irritanti e infiammatori sul sistema respiratorio e cardiovascolare».
I tumori al polmone sono in crescita nella popolazione, ma la ricerca non resta a guardare e si sta muovendo su più fronti, quali sono le terapie che si stanno dimostrando più efficaci?
«Oggi sappiamo che esistono decine di tipi diversi di tumore al polmone in base al profilo biomolecolare. Ognuno di questi viene trattato con nuove armi che integrano le più tradizionali chemioterapia e radioterapia: mi riferisco alle terapie biologiche che sono farmaci intelligenti che colpiscono miratamente un bersaglio (ad esempio i geni EGFR o ALK) e all’immunoterapia, che agisce riattivando il sistema immunitario contro la malattia. La ricerca sta facendo passi da gigante in questa malattia ma parallelamente è necessario potenziare sistemi di prevenzione primaria per scongiurare questa nuova tendenza di abitudine tabagica anche tra i giovanissimi, altrimenti tra pochi anni dovremo fronteggiare epidemie di malattie fumo-correlate in particolare proprio di tumori al polmone».