ANCONA – Daniele Silvetti si presenta: oggi pomeriggio al Seeport Hotel, in una sala conferenze gremita, il candidato a sindaco di Ancona ha spiegato la sua «discesa in campo» e presentato la sua idea di città insieme alle liste che lo sostengono, Ancona Protagonista, 60100 Ancona e Ankon Civica Verde e Popolare, insieme naturalmente ai partiti del centrodestra. Al suo fianco Manuela Caucci e Simone Pizzi, di Ancona Protagonista, Stefano Tombolini di 60100 Ancona e Daniele Ballanti di Ankon Civica Verde e Popolare. Lungo e appassionato il primo intervento di Daniele Silvetti in qualità di candidato a sindaco di Ancona che ha illustrato, chiarito, specificato e mandato i primi segnali di questa lunga campagna elettorale che riporterà gli anconetani al voto nella prossima primavera. «La mia candidatura parte assolutamente dal territorio – spiega Silvetti – e la spinta è talmente forte che mi impone un impegno davvero importante, con il quale ci misureremo. Sarà un momento decisivo per questa città, che potrà perdersi per sempre o quanto meno per un lungo periodo, oppure ritrovare se stessa. Non mi dimetterò da presidente del Parco del Conero: ho da portare avanti il mio lavoro, il direttivo mi dà ancora oggi fiducia, e sono certo che poi mi troverò nell’imbarazzo tra il dover scegliere se fare il sindaco o il presidente del Parco, e allora in quel caso lascerò, ovviamente, la dirigenza del Parco».
L’idea di città del candidato, il ruolo del capoluogo, quello della cultura: «Avremo quattro mesi e mezzo per fare campagna elettorale: è una grande opportunità, una campagna che faremo metro dopo metro, ora dopo ora, porta dopo porta, consapevoli che potremo parlare a ogni singola elettrice e singolo elettore, perché avremo tempo per farlo. Ci proponiamo come alternativa all’attuale giunta, con una visione della città completamente diversa, facendo le nostre proposte, completando la fase di ascolto e mettendo i cittadini nella condizione di scegliere tra continuità o discontinuità. Vogliamo rendere la città pronta ad accogliere il grande progetto di riforma della giunta Acquaroli in Regione, immaginando quello che sarà lo sviluppo nei prossimi dieci anni. Ancona lancia messaggi d’inquietudine e, nello stesso tempo, palesa una voglia di riscatto e di rilancio autentico. Ha voglia di riprendersi quel ruolo che sembra aver smarrito tanti anni fa. L’ultima luce accesa in questa città risale all’inaugurazione del Teatro delle Muse. C’è un deficit culturale importante che inevitabilmente ricade su una scarsa capacità di produrre identità. Questa è una comunità che sta perdendo la sua identità, e non soltanto perché ci sono meno italiani nei nostri quartieri. Perché l’inclusione fa parte di un processo sociale che comunque dobbiamo affrontare, con consapevolezza. L’identità per noi è fondamentale».
Silvetti indica la cultura come un elemento primario dell’identità anconetana, fattore imprescindibile quando si tratta di scelte di governo: «Ancona è una città con 2400 anni di storia, e oggi più che mai ha bisogno di ritrovare la propria identità e lo può fare solo con un processo riformatore anche di quella declinazione culturale che è stata fortemente mortificata. La cultura deve essere un elemento centrale del governo cittadino e deve condizionare le scelte in materia di urbanistica, di lavori pubblici, l’idea stessa di bilancio di un Comune». Silvetti sui problemi della città e sulla necessità di fare rete con i comuni vicini: «Sarò chiaro: voglio fare il sindaco a tempo pieno, si tratta di gestire una comunità, che parte da molto lontano e che sembra essersi smarrita. Che Ancona non sia più appetibile lo dicono i numeri, non lo dico solo io: una città che sta scendendo inesorabilmente sotto i 98mila abitanti, che sta involvendo in modo molto preoccupante, non più appetibile non solo per le imprese ma per gli stessi cittadini. Immagino un progetto di grande Ancona, che non deve pensare solo ai suoi confini naturali, ma che deve includere in un progetto di sviluppo città come Falconara, come i comuni della riviera del Conero, che deve diventare effettivamente parte della riviera del Conero. Quando parlo di Ancona protagonista e capoluogo parlo di un comune che non sia solo capofila di questa regione ma che sia capace di fare rete. Non è l’imposizione che ci rende protagonisti, non è il fatto di battere i pugni sul tavolo per chiedere più soldi per le nostre opere. Quello di cui abbiamo bisogno è di avere un ruolo che ci consenta di fare davvero rete con gli altri comuni».
E Silvetti attacca l’attuale giunta sulla questione dei bilanci: «Accenderemo dei riflettori, perché sui bilanci avremo qualcosa da dire. Si dice che i bilanci sono a posto, ma sappiamo che i bilanci si possono mettere a posto in tanti modi. Quando si gestiscono le società pubbliche, che sono un patrimonio di questa comunità, come una società di cui questo Comune detiene il 51% di azioni, servono i riflettori accesi. L’operazione verità cominceremo a farla noi. E credo che poi sia il caso di augurare buona fortuna a qualcun altro». La campagna elettorale è appena cominciata.