ANCONA – Progetti di genitorialità, corsi professionalizzanti, sportello informativo per detenuti stranieri e lavori di pubblica utilità. Sono questi alcuni dei progetti annunciati da Manuela Ceresani, insediata da quasi tre mesi alla guida di due degli istituti penitenziari più importanti delle Marche, Montacuto e Barcaglione, recentemente accorpati sotto un’unica figura dirigente. La Ceresani arriva ad Ancona dopo aver guidato per oltre un anno gli istituti penitenziari di Fossombrone e Rimini.
Strutture, quelle di Ancona, dove la direttrice deve misurarsi con una serie di criticità che vanno dal sovraffollamento di detenuti alla carenza nella pianta organica, specie per quanto riguarda gli agenti di polizia penitenziaria. A Montacuto, infatti, sono oltre 300 i detenuti reclusi nella casa circondariale, dove la capienza regolamentare è di circa 256 posti. Sei le sezioni, due delle quali di alta sicurezza dove ci sono circa 80 reclusi per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e associazione mafiosa (mafia, ‘ndrangheta, sacra corona unita, camorra).
Qui lavorano circa 122 agenti di polizia penitenziaria, 54 in meno rispetto al numero necessario (176), 4 educatori (2 in meno rispetto al previsto) e 8 amministrativi.
Anche nella casa di reclusione del Barcaglione la situazione non è semplice sul fronte dell’organico. I detenuti sono circa 75 su 100 posti disponibili, mentre gli agenti di polizia penitenziaria sono 53, 14 in meno rispetto al necessario (67), 2 educatori (3 il numero previsto) e 4 amministrativi (ben 10 in meno rispetto ai 14 necessari).
Un nodo importante, quello che riguarda la carenza di agenti di polizia penitenziaria, che la nuova direttrice intende affrontare razionalizzando e ottimizzando le risorse «grazie all’opera dei due comandanti di reparto e di tutta l’area che già svolgono un ottimo lavoro e grazie anche al personale che risponde in maniera positiva».
Forte di un piglio deciso ha già le idee ben chiare sulle iniziative da attuare, tra le quali uno sportello informativo con la presenza di mediatori culturali per favorire l’integrazione dei detenuti stranieri che non conoscono la lingua. Inoltre intende focalizzare la sua attenzione anche sui corsi professionalizzanti per supportare i detenuti al momento della dimissione, favorendo in questo modo un loro reinserimento nel tessuto lavorativo e sociale. A Barcaglione prevede il potenziamento delle attività agricole, fiore all’occhiello della struttura, che annoverano un orto sociale biologico, la produzione di miele e olio. Ma la direttrice è al lavoro anche per firmare una convenzione per l’itticoltura. Inoltre, per entrambe le strutture, è in cantiere un progetto sulla genitorialità, già finanziato dall’Ambito e con il Comune di Ancona come capofila, per aiutare i figli dei detenuti a superare la separazione dai genitori reclusi, attraverso la lettura di favole, storie o assistendo a piccoli spettacoli organizzati dagli educatori. In collaborazione con Caritas partirà invece un progetto dedicato ai lavori di pubblica utilità, mentre proseguiranno attività già consolidate come la pet-therapy e il teatro in carcere che impegnano anche i detenuti delle due sezioni di alta sicurezza di Montacuto.