Ancona-Osimo

Carceri: tra carenza di agenti, sovraffollamento e patologie psichiatriche. Il garante: «Riformulare previsioni e incrementare attività»

Il garante presenta un report sulla pianta organica presente nelle carceri marchigiane. I sindacati di polizia penitenziaria evidenziano la criticità legate alle patologie psichiatriche

Il carcere di Montacuto ad Ancona
Il carcere di Montacuto ad Ancona

ANCONA – Nelle carceri marchigiane si registra un gap fra il personale di polizia penitenziaria previsto per le strutture e quello effettivamente presente. Emerge dal focus del garante regionale dei diritti Giancarlo Giulianelli. Una situazione più volte lamentata anche dai sindacati di categoria come Fp Cigil, Sappe e Fsa-Cnpp Polizia Penitenziaria.

Guardando ai dati diffusi dal garante emerge che la situazione più complessa riguarda il carcere di Montacuto (Ancona) dove, rispetto ad un organico previsto di 176 unità, a fronte di 137 agenti assegnati, ve ne sono effettivamente in servizio solo 124, ben 52 in meno. Una criticità, quella del carcere anconetano, evidenziata più volte dallo stesso garante.

Situazione meno critica a Barcaglione, dove su 67 agenti previsti e 48 assegnati, prestano servizio in 50. Mentre a Fermo la previsione è pari a 49 con 44 assegnazioni e 46 presenze effettive. A Villa Fastiggi (Pesaro) gli agenti in servizio sono 148 (numero che corrisponde a quelli effettivamente assegnati) contro i 188 previsti, mentre nel carcere di Fossombrone l’organico dovrebbe essere di 129, il personale assegnato di 96 unità, ma in servizio risultano 94 agenti (parte della struttura è chiusa per lavori di ristrutturazione).

Nel carcere di Fermo gli agenti previsti sono 49 a fronte di 44 assegnati, ma quelli in servizio sono 46, mentre a Marino del Tronto (Ascoli Piceno) a fronte di 162 agenti previsti e 146 assegnati, lavorano in 128. «La carenza di personale – spiega Giulianelli – si fa sentire. E lo dimostrano chiaramente anche gli episodi che nell’ultimo periodo hanno interessato alcuni istituti marchigiani. Va riformulata una previsione che tenga effettivamente conto delle mutate esigenze all’interno del carcere, anche in presenza di patologie psichiatriche che interessano diversi detenuti e della necessità di incrementare le attività trattamentali».

Tutti i sindacati di categoria accendono i riflettori sull’incremento di patologie psichiatriche tra la popolazione carceraria, un elemento che unito alla carenza di agenti rispetto alla pianta organica prevista rende la situazione particolarmente complessa. Il segretario regionale Fp Cgil Francesco Patruno, spiega che la carenza di personale «è una problematica che va risolta al più presto perché unita al sovraffollamento delle strutture e al crescente numero di detenuti con dipendenze e altre patologie psichiatriche, rischia di diventare un problema sempre più serio». Il sindacalista evidenzia che «con questo quadro non si riescono ad effettuare le attività che sarebbero necessarie per il recupero dei detenuti».

Il segretario regionale del Sappe, Nicandro Silvestri evidenzia che «il sempre crescente numero di eventi critici legati ai detenuti con problematiche psichiatriche (aggressioni, tentati suicidi), abbinata alla carenza di personale di polizia penitenziaria e di operatori sanitari, rendono la situazione drammatica. In queste condizioni gli agenti di polizia penitenziaria non possono collaborare in maniera fattiva per il reinserimento dei condannati, come stabilito anche dalla Costituzione, riuscendo a garantire con difficoltà la sicurezza nelle strutture».

Un problema che secondo il Sappe «nasce dalla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari che costringono le carceri a farsi carico di queste problematiche con un numero ridotto, rispetto alle esigenze, di agenti e con un numero elevato di detenuti. Le carceri di Pesaro e Ancona – spiega – soffrono in maniera particolare la carenza di personale anche per la tipologia e il numero eccessivo di detenuti che devono ospitare, mentre nella struttura di Ascoli con la rimodulazione dei circuiti penitenziari, seguita alla chiusura del reparto 41bis che ha comportato il venire meno delle unità assegnate ad hoc (personale del gruppo operativo mobile), non è stata prevista una integrazione di personale all’apertura del reparto di alta sicurezza. Come sindacato abbiamo sollecitato più volte di coprire queste carenze con la mobilità ordinaria e straordinaria, in occasione dell’assegnazione di personale al termine dei corsi, e chiediamo di riaprire gli opg (ospedali psichiatrici giudiziari). Se ancora una volta non avremo risposte in merito alla carenza di personale – conclude – , siamo pronti ad indire forti azioni di protesta».