Ancona-Osimo

Carenza di personale e Pnrr sanità, i sindacati minacciano la mobilitazione. Bastianelli, Cgil: «Serve un tavolo di confronto»

Cgil, Cisl e Uil hanno posto sul tavolo le criticità che attanagliano la sanità dell'Area Vasta due. I sindacati chiedono risposte e lamentano la mancanza di confronto

Un momento della conferenza sulla sanità

ANCONA – Un tavolo di confronto sulla sanità della provincia di Ancona per attuare il Pnrr e per risolvere le numerose criticità in piedi, non più procrastinabili. A lanciare l’appello è stato Marco Bastianelli, segretario generale della Cgil Ancona, insieme ai confederali Cisl e Uil, nel corso della conferenza stampa unitaria che si è tenuta nella sede regionale della Cgil.

Tanti nodi posti sul tavolo dai tre sindacati, uno su tutto la «drammatica carenza di personale», così è stata definita da Cgil, Cisl e Uil, ma non è finita perché in Area Vasta 2 questa potrebbe accentuarsi ulteriormente se il personale del comparto, infermieri e Oss con contratto a tempo determinato, non vedrà il rinnovo contrattuale. Nella sola provincia di Ancona da qui a fine giugno sono 120 i lavoratori della sanità il cui contratto di lavoro è in scadenza, 39 scadranno a fine marzo.

Accanto a questo c’è l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, presentato alcune settimane fa in Consiglio regionale dalla Giunta, ma sul quale Cgil lamenta da un lato «l’assenza di confronto nella fase di redazione», anche per quanto concerne la stesura del Piano regionale di settore, mentre dall’altro punta il dito contro la mancanza di una road map dettagliata degli interventi.

«Ad oggi non abbiamo risposte – spiega Bastianelli -: chi gestirà le case della Salute e di Comunità? Quale personale vi opererà, visto che la carenza di infermieri e Oss è drammatica? Queste sono domande per le quali chiediamo risposte in tempi celeri». Secondo i confederali l’Area Vasta due non ha ancora affrontato la questione delle case di Comunità, degli ospedali di comunità e delle centrali operative con i sindacati e il risultato è  che non si tiene conto di presidi territoriali come Sassoferrato, Arcevia, Ostra, Moie, Cupramontana, Montecarotto, Falconara, Osimo ma anche Castelfidardo, i quali rientravano nell’elenco delle case della salute.

Mentre invece per quanto riguarda gli interventi da realizzare  a Senigallia, Corinaldo, Fabriano, Jesi, Cingoli, Filottrano, Chiaravalle, Ancona e Loreto, Cgil, Cisl e Uil chiedono di capire in che modo la Regione intende coordinare  gli interventi di tipo sanitario con la pianificazione sociale che si sta definendo con la messa a punto dei Piani sociali d’Ambito.

Non da ultimo è stata posta sul tavolo la questione dell’integrazione tra la rete dei servizi territoriali e le grandi strutture ospedaliere dell’Area Vasta 2 , ovvero l’ospedale regionale di Torrette, il Salesi e l’Inrca. Sul fronte della prevenzione i sindacati hanno chiesto la sollecita attivazione degli infermieri di comunità e chiarimenti sulle misure che la Regione intende adottare per garantire il funzionamento efficiente dei presidi ospedalieri «considerando le difficoltà di Senigallia». Sul tavolo anche l’ospedale dell’Aspio e il suo ruolo, oltre al nuovo Poliambulatorio di Ancona per il quale i sindacati chiedono di conoscere tempi e modalità di attivazione.

Insomma tante criticità, per le quali, in assenza di risposte, Cgil, Cisl e Uil, minacciano la mobilitazione, anche su scala regionale. Secondo Bastianelli, nella sanità si è venuto a creare «un caso Marche: non si può più pensare di mandare avanti la sanità assumendo il personale per tre o sei mesi. Sono questioni che occorre portare anche in Conferenza delle Regioni per trovare soluzioni, anche in seno alla Giunta regionale, ma serve un tavolo di confronto con i sindacati, come previsto anche dal protocollo nazionale, sia in fase programmatica, che di percorso e risultato. Si chiede un maggior protagonista della Giunta regionale. Se non avremo risposte – conclude – siamo pronti alla mobilitazione, anche su scala regionale».