ANCONA – Il prezzo dell’energia alle stelle preoccupa non poco imprese e attività commerciali che cercano di correre a ripari per risparmiare sulla bolletta dell’energia elettrica e del gas. I rincari si stanno susseguendo già da alcuni mesi, ma dal 1° ottobre l’ulteriore stangata con un +59% in bolletta che fa tremare i polsi alle attività già provate dalla crisi generata dalla pandemia.
«Si cerca di risparmiare sull’energia elettrica sostituendo tutte le lampade con quelle a led che consentono una spesa di un decimo rispetto alle altre» dice il direttore Cna Ancona, Massimiliano Santini, secondo il quale occorre lavorare in direzione dell’indipendenza energetica delle imprese, una traiettoria sulla quale si sta impegnando l’associazione di categoria.
«Serve un credito d’imposta per incentivare l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti delle imprese e delle attività commerciali – spiega Santini -; stiamo spingendo a livello nazionale per questo: da parte delle imprese c’è grande interesse e richiesta per l’autoproduzione energetica e stiamo lavorando con alcune amministrazioni comunali per realizzare delle comunità energetiche rinnovabili».
Per una di queste, Castelbellino, «stiamo aspettando i decreti attuativi» spiega Santini nel ricordare che si è già costituita una comunità energetica rinnovabile nel Pesarese con il raccordo Cna. L’associazione di categoria evidenzia la necessità di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili. «I circa 140mila piccoli impianti per l’autoproduzione – dice – possono essere triplicati in pochi anni portando la potenza installata a quasi 20mila Mw, che rappresenta l’80% della capacità attuale del fotovoltaico attivo in tutto il Paese», ma servono misure specifiche.
Secondo l’associazione di categoria le imprese stanno già tagliando sull’occupazione, costretti dalle bollette raddoppiate: «Un 20% circa di attività nell’Anconetano ha annunciato di voler attivare la cassa integrazione».
Giorgio Tucci del Ristorante della Rosa a Sirolo spiega: «Così non si può andare avanti: abbiamo 10mila euro al mese in più di spese» a causa dei rincari energetici. «C’è poco da organizzarsi – aggiunge -, si rischia di chiudere. Possiamo arrivare a fine mese anno poi si vedrà».
Le attività commerciali si organizzano per cercare di risparmiare, finché è possibile, ma i rincari pesano. Moira Marcucci, titolare della Bistronomia di Camerano spiega che nell’attività di ristorazione, dotata di ampie vetrate, «sfruttiamo la luce solare finché ne abbiamo la possibilità, poi si accende la luce alla sera all’imbrunire». La commerciante ha installato nel proprio locale di lampade a led che consentono un abbattimento dei consumi energetici e di lampade da tavolo ricaricabili.
«In laboratorio abbiamo concentrato la produzione» dice, spiegando che l’attività di ristorazione produce in ‘casa’ il pane e i dolci: «Accendiamo il forno in un orario in cui facciamo il più possibile e poi lo spegniamo». Tra le altre misure per contenere l’impatto dei rincari c’è anche quella di concentrare l’orario dell’attività: «Se ci sono clienti che fanno un aperitivo non do più la possibilità di stare fino a mezzanotte, con gentilezza appena si può si chiude».