Ancona-Osimo

Caro carburante, crescono benzina e gasolio. Per il mondo della pesca confermato lo sconto. Lazzari: «Per ora andiamo avanti»

Una nuova batosta sulle tasche di famiglie e imprese già bersagliate da tutta una serie di rincari. A fare il punto il presidente dell'associazione produttori pesca di Ancona, Apollinare Lazzari

ANCONA – Il nuovo anno si è aperto con una raffica di nuovi rincari per le famiglie. Il prezzo di benzina e gasolio è tornato a salire dopo che il Governo non ha prorogato lo sconto di 18 centesimi al litro, relativo al taglio delle accise.

In pratica alla pompa la benzina è tornata a sfiorare i 2 euro al litro, con 1,95 euro al servito e qualche centesimo in meno al self service dove il prezzo si attesta attorno a 1,8 euro al litro. Il gasolio è ancora più caro della benzina e supera i 2 euro al litro al servito anche se in alcune zone può addirittura arrivare a sfiorare i 2,2 euro al litro.

Insomma, dopo che a San Silvestro era scattata la corsa al pieno in vista del rialzo dei prezzi, adesso è caccia alle pompe bianche, ovvero quelle che non appartengono alle grandi catene di carburanti e che generalmente applicano prezzi più concorrenziali. In pratica per un pieno si può arrivare a spendere fino a 7 euro in più.

Una nuova batosta sulle tasche delle famiglie già bersagliate da tutta una serie di rincari dai pedaggi autostradali ai mezzi pubblici, dalle assicurazioni ai mutui, dal costo del carrello della spesa ai viaggi.

Apollinare Lazzari

Sempre sul fronte dei carburanti la situazione appare al momento forse più ‘gestibile’ per il mondo della pesca, rispetto ai mesi scorsi. Apollinare Lazzari, presidente dell’associazione produttori pesca di Ancona, spiega che il governo ha confermato gli sconti al prezzo del gasolio per il settore pesca e agricoltura per i primi tre mesi del 2023.

«Il prezzo del gasolio – spiega – è sceso e da 1,30 euro al litro, quanto lo pagavamo i mesi scorsi, è sceso a 0,92 centesimi circa: non è quello che lo pagavamo in passato, ma è già qualcosa. Per ora andiamo avanti». Restano ancora delle criticità sul tavolo. «Devono ancora pagarci il fermo biologico del 2021 – spiega – e i 20milioni promessi per ristorare sul caro gasolio anche quelli non sono ancora arrivati, così come dobbiamo ancora ricevere i contributi promessi dalla Regione, tante piccole cose che ci darebbero una mano».

«Adesso il nostro problema è quello che non si trovano più marinai – spiega – i giovani non vogliono più lavorare in mare e neanche gli extracomunitari, è un lavoro faticoso e le persone se devono guadagnare 1.200-1.400 euro al mese per lavorare tre giorni h24 e gli altri fare manutenzione a terra, preferiscono fare i muratori. Il nostro è un mestiere che rischia di scomparire».