Ancona-Osimo

Caro gasolio, le marinerie delle Marche tornano a pescare: stop di due giorni allo sciopero

Lunedì e mercoledì i pescherecci delle Marche tornano in mare per due giornate di pesca. Attesa per il confronto Stato Regioni di martedì. Intanto il prezzo del gasolio continua a lievitare

La protesta delle marinerie al porto di Ancona (foto del 26 maggio)

ANCONA – Nuovo stop allo sciopero delle marinerie delle Marche. «Torniamo a pescare per due giorni» dichiara Apollinare Lazzari, presidente produttori pesca di Ancona. La decisione è arrivata ieri sera – 9 giugno -, dopo un confronto che si è svolto al mercato ittico di Civitanova Marche e che ha visto la presenza di circa 200 persone giunte non solo dalle Marche, ma anche dall’Abruzzo e dalla Puglia.

Apollinare Lazzari

Armatori e pescatori, in sciopero da tre settimane contro il caro gasolio, hanno deciso di tornare a pesca solo «nelle giornate di lunedì e mercoledì» fa sapere Francesco Caldaroni, presidente delle marinerie d’Italia. «Martedì saremo fermi» aggiunge Lazzari, «nell’attesa di vedere cosa emerge dal confronto fra Stato Regioni» nel quale verrà affrontato il tema della pesca con le criticità che affliggono il settore, dal caro gasolio al pescato di importazione.

A riprendere il mare per due giornate saranno le marinerie dell’Adriatico, dalle Marche fino alla Puglia, uno stop allo sciopero c’era stato nelle Marche anche la scorsa settimana, quando i pescherecci marchigiani erano tornati in mare nella giornata di lunedì.

Lazzari fa notare che il prezzo del gasolio sta continuando a crescere, nonostante le proteste del mondo della pesca: «Siamo arrivati a pagare a 1,30 euro» dice «così non si può lavorare, non ci sono margini di profitto, ma solo spese».

Annalisa Giordano
Annalisa Giordano

Intanto dai ristoratori arriva la richiesta ad armatori e marinerie «di tornare a pescare» anche vista la stagione turistica spiega Annalisa Giordano, rappresentante delle donne della pesca di Ancona, «hanno bisogno di pescato fresco e di qualità, e noi capiamo le loro esigenze, anche perché il pesce che arriva dall’estero, per affrontare le lunghe distanze, viene trattato con conservanti e coloranti, però a queste condizioni non si può andare avanti: in Italia paghiamo il gasolio 1,30, altri paesi delle comunità europea lo pagano meno, perché queste differenze? Il governo dia risposte e soluzioni».