ANCONA – «Anche la prossima settimana andremo in mare per due giornate di pesca, ma saranno diversi i pescherecci che si fermeranno perché non riescono più a sostenere le spese». Lo dice Apollinare Lazzari, presidente dell’associazione pescatori di Ancona. «L’incontro che era in programma fra le marinerie ieri (24 Giugno) alla fine non si è tenuto più – spiega – ci stiamo sentendo al telefono, ma il quadro che emerge è questo: una parte dei pescherecci proseguiranno anche la prossima settimana con due giornate di pesca, gli altri giorni invece si resta fermi».
Da settimane le marinerie dell’Adriatico sono in “agitazione” a causa del prezzo del gasolio che continua a salire senza sosta, ma dopo tre settimane di sciopero con i pescherecci rimasti ormeggiati nei porti, hanno deciso di riprendere il mare, riducendo però le giornate di pesca da tre a due.
Il gasolio intanto ha tocca 1,30 euro, quando solo alcuni mesi fa il prezzo del carburante non superava 0,70 euro. «Con il prezzo del gasolio a questi livelli e il prezzo del pece che continua a scendere i conti non tornano più – lamenta – e diversi armatori stanno già dicendo che fermeranno i pescherecci, anche qui ad Ancona qualche imbarcazione si fermerà perché non riescono più a pagare il gasolio».
Generalmente un peschereccio di medie dimensione consuma sui 3mila litri di gasolio al giorno e con il carburante a 1,30 euro una giornata di pesca costa 3.900 euro solo di gasolio, a cui aggiungere i costi fissi che hanno le imprese della pesca. «Prima della guerra pagavamo il gasolio 0,70 euro – spiega – prima del Covid 0,40 euro».
Ma accanto al rincaro del carburante, c’è la questione delle aste che preoccupa fortemente il mondo della pesce, aggiungendo un ulteriore fardello sulle spalle degli armatori e dei pescatori. «Il prezzo del pesce continua a scendere – prosegue Lazzari – : i merluzzi li vendiamo a 4 euro e le sogliole a 5 euro, mentre prima alle aste ce li pagavano 7-8 euro. Si capisce bene che con il prezzo del gasolio alto e quello del pesce basso i conti non tornano. Siamo in difficoltà a pagare le spese».
Le marinerie attendono dal governo un intervento: tra le richieste poste, ancora senza risposta, un tetto al prezzo del carburante e un fermo bellico per consentire ai pescatori di “tirare il fiato”. «Questa settimana ci sarà il voto sugli sgravi fiscali – conclude – i partiti ci hanno assicurato che voteranno tutti a favore, ma resta in piedi il problema della copertura economica».