ANCONA – Dalla mezzanotte di domenica 11 settembre, i pescherecci marchigiani tornano in mare dopo 43 giorni di fermo biologico. Nelle Marche ripartono tutte le marinerie da Pesaro a Civitanova Marche, eccetto San Benedetto del Tronto che riprenderà la pesca la settimana successiva. Questa mattina, 9 settembre, ad Ancona una quarantina di armatori si è data appuntamento nella sede della cooperativa in via Mattei per fare il punto della situazione prima di lasciare i porti e tornare a pesca.
«Abbiamo deciso di riprendere con tre giornate a settimana», spiega Apollinare Lazzari, presidente della Cooperativa Pescatori di Ancona. «La situazione è più complicata rispetto a quella che abbiamo lasciato con il fermo biologico», spiega, sottolineando che al caro gasolio si è aggiunto il caro bollette che limita il potere di acquisto delle famiglie.
«Stiamo vivendo un periodo di grande incertezza a causa del prezzo del gasolio che resta alto – osserva, ma abbiamo deciso comunque di tornare tutti a pesca. Ad Ancona, con la cooperativa, stiamo cercando di sostenere le imbarcazioni più in difficoltà, dilazionando i pagamenti, ma ovviamente non si può andare avanti così, il governo deve fare qualcosa altrimenti il settore rischia l’estinzione, perché non riusciamo più a coprire le spese con i profitti».
«Il caro bollette – spiega – oltre a spingere le famiglie a non spendere, rischia di far chiudere tanti ristoranti. Qui al porto ha chiuso anche il panettiere che ci preparava il pane fresco prima di andare in mare, non riusciva più a sostenere i costi dell’attività. Se tanti ristoranti chiudono ci sarà un crollo della domanda di pescato, che invece quantitativamente dopo il fermo biologico crescerà, con il rischio di avere pesce invenduto e un crollo dei prezzi».