ANCONA – Si muove soprattutto in ambito familiare e relazionale il contagio da covid-19. A dirlo è l’ultimo report settimanale diffuso dal Ministero della sanità dal quale emerge che l’80,3% dei contagi e dei focolai (2 o più casi positivi fra loro collegati) si verifica in ambito domiciliare, mentre solo il 4,2% è attribuibile alle attività ricreative.
Ma come lasciare il virus fuori dalla porta di casa? Se infatti la vita deve andare avanti, e gli spostamenti sono inevitabili per lavoro, scuola e spesa, si possono adottare delle precauzioni per evitare di trasmetterlo ai familiari. La prima mossa è sicuramente proteggersi quando si è fuori dalla propria abitazione, indossando la mascherina, coprendo bene naso e bocca, sia quando ci si trova al chiuso che all’aperto.
Poi il distanziamento sociale (minimo un metro) e l’igiene delle mani, che vanno lavate spesso, evitando di toccarsi occhi, naso e bocca per evitare di infettarsi. Ma quando si rientra a casa ci sono delle precauzioni che possono essere adottate: fra le quali togliere subito le scarpe per lasciare fuori dalla porta ogni possibilità di contagio e lavare subito le mani in maniera accurata. Buona norma anche quella di non appoggiare gli abiti indossati fuori di casa sul letto.
«Il rientro in casa va preparato durante tutto il periodo in cui si sta fuori casa – spiega l’infettivologo Andrea Giacometti, primario della Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona – : se abbiamo indossato sempre correttamente la mascherina, se abbiamo disinfettato le mani ogni volta che ci è stato messo a disposizione l’occorrente, se abbiamo mantenuto le opportune distanze dal prossimo e se abbiamo applicato le norme dettate dal buonsenso come ad esempio evitare, camminando, di pestare cose visibilmente sporche, allora la probabilità di essere “pericolosi” per i conviventi scende di molto».
COSA FARE QUANDO SI RIENTRA IN CASA
L’infettivologo suggerisce rientrati a casa di togliere la mascherina e «riporla dove non sia accessibile ad altri» evitando di smaltirla tra i rifiuti o riporla nel contenitore delle cose da lavare, «togliersi le scarpe e riporle in posto “sicuro” eventualmente pulirle se visibilmente sporche, indossando guanti da cucina e utilizzando anche acqua corrente per le suole e, se necessario, sapone liquido applicato con una spazzola che non dovrà mai essere utilizzata per altri scopi».
Fondamentale «lavarsi o disinfettarsi le mani, meglio con acqua e sapone» e «cambiare il vestiario riponendo quello usato, che non deve per forza essere lavato, in un posto dove possa restare 3-4 giorni senza essere riutilizzato: in tal modo viene superata la capacità di sopravvivenza del virus o, comunque, ne viene abbattuta enormemente la carica».
Ma oltre alla prevenzione è fondamentale anche rispettare le misure impartite dal Dpcm del 13 ottobre che vieta di ricevere in casa più di 6 persone non conviventi. Quando si ospitano familiari e amici occorre indossare e far indossare la mascherina, oltre ad invitare al lavaggio delle mani, a togliere le scarpe appena entrati in casa, rispettando il distanziamento ed evitando lo scambio di bicchieri e posate, che potrebbero veicolare la trasmissione del virus.
Anziani e persone affette da patologie croniche, sono categorie fragili che vanno protette indossando la mascherina in loro presenza, anche se sono familiari conviventi. Fondamentale evitare baci e abbracci che potrebbero trasmettere più facilmente il contagio. Attenzione particolare anche se si hanno nonni in casa.
COME GESTIRE LA QUARANTENA IN CASA
La situazione si complica quando si hanno in casa persone contagiate dal covid-19: sia in caso di sintomi che in loro assenza devono dormire in una stanza isolata ed evitare ogni contatto con gli altri familiari. Una situazione che potrebbe essere molto complessa per quelle famiglie che vivono in abitazioni piccole. Per questo l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini ha annunciato che intende reperire locali a Jesi dove accogliere chi è costretto alla quarantena ma non riesce ad isolarsi in casa perché ci sono altri familiari.
«La stanza del “quarantenato” non occorre che sia sanificata finché questi vi è relegato – spiega l’infettivologo Giacometti – . Infatti entrare nella stanza per farvi le pulizie esporrebbe a rischio gli altri. Ci penserà colui che è in quarantena a pulire la propria stanza, se è in grado di farlo, in modo da abbattere quotidianamente la carica virale nell’ambiente. Sarebbe opportuno che la finestra della stanza venisse tenuta aperta per quanto tempo possibile, freddo e pioggia permettendo. Sarebbe poi necessario che il soggetto abbia un bagno a disposizione per se, diverso da quello dei familiari. Ove questo non fosse possibile, le superfici del bagno dovrebbero essere sanificate ossia pulite con un normale prodotto per bagni ogni volta che il soggetto in isolamento lo utilizza: questa pulizia deve essere fatta dall’interessato, non dai conviventi. Anche in questo caso, il quarantenato deve aprire la finestra e lasciar aerare per almeno 10-15 minuti prima che qualcun altro entri nel bagno».
Il primario spiega poi che «anche i pasti andranno consumati nella stanza dedicata, senza condividere con il resto dei familiari. Per il lavaggio delle stoviglie il familiare le preleverà indossando guanti da cucina, oltre che la mascherina, e li potrà lavare con normale sapone per piatti».
Attenzione anche ad asciugamani e lenzuola che non vanno assolutamente condivisi. Le mascherine e gli eventuali guanti monouso indossati, vanno riposti in un doppio sacco dei rifiuti prima di essere smaltiti.