ANCONA – Si accentuano le difficoltà per le case di riposo, strette nella morsa dei rincari. Dopo le problematiche portate dalla pandemia, che aveva costretto a rivoluzionare il normale assetto, riducendo il numero di letti utilizzabili sia per l’obbligo di mantenere il distanziamento sia per la necessità di isolare i pazienti positivi e i costi di gestione lievitati, ora sono alle prese con l’impatto dell’inflazione.
«La situazione è esplosa – raccontano alcuni gestori – i costi per le bollette dell’elettricità e del gas sono aumentati anche di quasi 3 volte, a seconda delle strutture, mentre i rincari per i prodotti alimentari e di igiene vanno mediamente dal 20 al 30%».
Accanto a questo i rinnovi contrattuali hanno aumentato i costi per le strutture del «6-7%» dicono, mentre le strutture ancora fronteggiano le spese legate alla pandemia (protezioni, come mascherine, guanti, prodotti igienizzanti, ecc..) ed hanno ricevuto ristori parziali «solo per il 2020, il 2021 e il 2022». Rispetto al periodo pre pandemia, spiegano i gestori «i maggiori costi incidono per un 40% circa sui bilanci delle strutture, tra rincari e maggiori costi sostenuti per il Covid».
Una situazione che i gestori hanno presentato alla Regione, tanto che a breve è previsto un incontro sulle numerose questioni sul tavolo tra le quali l’annosa questione del contributo per ospite, fermo da una decina di anni a 33,51 euro al giorno per le residenze protette».
«Speriamo di trovare presto una soluzione con la Regione che ha mostrato la volontà di ascoltare le nostre richieste» spiega Mario Vichi, presidente del comitato enti gestori delle strutture per anziani senza scopo di lucro nelle Marche.
Il presidente dell’Opera Pia Ceci di Camerano Massimo Piergiacomi evidenzia «non abbiamo ancora aumentato le rette, ma se la situazione andrà avanti così e la Regione non potrà aiutarci saremo costretti a farlo. Finora abbiamo preferito non aumentare per non pesare sulle famiglie».
Tra le questioni rimarcate da Piergiacomi c’è anche la «disparità dei posti in convenzione tra le diverse strutture nelle Marche, accanto a chi ha il 100% dei posti autorizzati convenzionati con la Regione, c’è chi ha un 80% o anche meno, una situazione che non possiamo imputare né ad Acquaroli, né a Ceriscioli». «Solo nell’ultimo anno – spiega – abbiamo avuto tra i 100 e i 150 mila euro in più di spese a bilancio, rischiamo di andare in perdita, occorre che la Regione aumenti almeno di 100 euro al mese a persona il contributo per le residenze protette».