ANCONA – «Il 2 giugno è la festa degli italiani». Con queste parole il prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto ha aperto il suo discorso in occasione della 73ma Festa della Repubblica Italiana. «Un momento di riflessione sugli aspetti più importanti del nostro vivere civile e del nostro stare assieme» ha detto, sottolineando che rappresenta anche l’occasione «per ricordare le migliori energie, l’unità e la coesione nazionale». Compito delle istituzioni, «tramandare alle giovani generazioni i valori fondanti della costituzione».
Una festa importante, ha evidenziato la sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, che ricorda «l’Italia nata dopo la lotta di resistenza contro il nazifascismo e dopo la tragedia della Guerra». «È il nostro giorno del Ringraziamento – ha detto Valeria Mancinelli – la casa comune ideale e il luogo dove tutti gli italiani possono e debbono sentirsi a casa e che debbono difendere come la propria casa».
Grande la partecipazione di pubblico che ha seguito con grande attenzione le cerimonie. Le celebrazioni si sono aperte al Passetto con la deposizione delle tre corone di alloro al Monumento ai Caduti.
Tra i rappresentanti delle istituzioni erano presenti tra gli altri il prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto, il presidente regionale, Luca Ceriscioli, il responsabile della segreteria del presidente regionale, Fabio Sturani, il presidente della Provincia di Ancona, Luigi Cerioni, la sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, l’assessore alla protezione civile del Comune di Ancona, Stefano Foresi, numerosi sindaci provenienti da diversi comuni della provincia di Ancona. Presenti i vertici dei diversi corpi delle forze dell’ordine, tutti rigorosamente in alta uniforme, tra questi il Questore di Ancona, Claudio Cracovia, il comandante della Legione Marche dei Carabinieri, generale Fernando Nazzaro, il comandante regionale Marche della Guardia di Finanza, generale Fabrizio Toscano e il comandante delle Scuole della Marina Militare di Ancona, ammiraglio di divisione Alberto Bianchi.
A metà mattina le celebrazioni sono spostate in Piazza del Plebiscito dove si è svolto il solenne e suggestivo momento dell’alzabandiera con l’esecuzione dell’Inno d’Italia. Come da tradizione i vigili del fuoco, calandosi dalla sommità del Palazzo della Prefettura, hanno dispiegato un enorme tricolore. Uno spettacolo che è stato molto apprezzato dalle persone che affollavano la piazza.
In chiusura, la cerimonia di consegna dei diplomi Ordine al Merito della Repubblica Italiana, OMRI, in Prefettura. La medaglia d’onore è stata conferita al militare Giovanni Camilletti di Castelfidardo (ha ritirato il nipote Giosef).
Tra gli insigniti, il cavaliere Giuseppe Ardolino di Montemarciano, brigadiere capo della Guardia di Finanza, il cavaliere Domenico Di Ruvo di Senigallia, maresciallo capo dell’Arma dei carabinieri, il cavaliere Rodolfo Giampieri di Ancona, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, il cavaliere Giovanni Borsini di Polverigi, impiegato del Ministero della Difesa, il cavaliere Onofrio Dalessandro di Ancona, Ufficiale della Marina Militare, il cavaliere Onofrio Tateo di Porto Recanati, brigadiere della Guardia di Finanza, il cavaliere Mario Tomai di Osimo, sottufficiale della Marina Militare e il commendatore Andrea Lardini di Filottrano, titolare dell’omonima azienda di abbigliamento.
Onoreficenza al Merito della Repubblica Italiana anche alla giornalista e scrittrice di origine siriana, Asmae Dachan. «Il 2 giugno è la festa della mia madre adottiva – ha detto – non ho sangue italiano nelle vene, ma sono nata qui ad Ancona e sono cresciuta in Italia, quindi ho fatto miei i valori che il 2 giugno celebra: il valore della democrazia, il valore dell’uguaglianza tra gli esseri umani e il valore della libertà. Per me il 2 giugno è tutto questo, per me il 2 giugno è ricordarsi che abbiamo una carta costituzionale che è una delle più belle al mondo, ricordarci che, per la libertà di questo paese, tante donne e tanti uomini si sono sacrificati e che nulla ci è dovuto. Per difendere la libertà e i diritti umani dobbiamo continuare a impegnarci ognuno nel suo campo». Visibilmente commossa, la Dachan ha espresso grande gioia per l’onoreficenza ricevuta: «Ancora una volta sono in grande debito con “mamma Italia” – ha detto – e cercherò di continuare ad onorare questi valori per i quali il presidente della Repubblica Mattarella ha deciso di insignirmi. Ho come strumento di vita e di lavoro la penna, e la mia penna continuerà sempre ad essere al servizio della pace e della verità, e soprattutto a dare voce agli oppressi che non hanno voce».