Ancona-Osimo

Celebrazioni del 4 Novembre ad Ancona, Acquaroli: «La memoria deve restare sempre attuale»

Nel capoluogo si è svolta la consueta cerimonia solenne in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Le autorità si sono ritrovate ai piedi del Monumento ai Caduti del Passetto

Un momento delle celebrazioni del 4 Novembre ad Ancona

ANCONA – «È importante conferire il giusto spazio alla grandezza della nostra storia e al sacrificio che è costata la democrazia e la Repubblica». Sono le parole del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, intervenuto ad Ancona alle celebrazioni della ricorrenza del 4 Novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.

Una giornata nella quale si ricorda l’Armistizio di Villa Giusti, entrato in vigore il 4 novembre 1918, che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste, e portare a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale. 

Il presidente Acquaroli, il prefetto Pellos e la sindaca di Ancona Mancinelli, insieme alle autorità militari

Terminava inoltre la Prima Guerra Mondiale e per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria, il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del “Milite Ignoto”, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma. Esattamente 100 anni fa.

Le massime autorità civili e militari delle Marche si sono ritrovate come di consueto, nel periodo pre-pandemia, ai piedi del Monumento ai Caduti del Passetto per ricordare l’unificazione nazionale e la lotta compiuta dagli italiani che per la prima volta si trovarono uniti sotto la stessa bandiera. Presenti anche le rappresentanze di tutti i corpi delle forze armate in alta uniforme, delle associazioni combattentistiche e di volontariato.

«La memoria deve restare sempre attuale, così come il messaggio ai giovani e alle nuove generazioni» ha detto il governatore. Il prefetto di Ancona Darco Pellos ha spiegato che «l’unità nazionale è un valore fondamentale attorno al quale si raccoglie tutta la Nazione», un Paese che vede la sua forza, anche in questa complessa fase legata alla pandemia, nella «capacità di reagire sempre in maniera adeguata ai tempi». Inoltre ha sottolineato il toccante momento dell’Alzabandiera accompagnato dall’Inno nazionale.

Il prefetto Darco Pellos e la sindaca Valeria Mancinelli

A fare gli onori di “casa” la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli, che nel suo intervento ha voluto sottolineare l’importanza di celebrare questa giornata in cui si ricorda «la tragedia immane della Prima Guerra Mondiale, ma che costituì anche un passaggio significativo nel completamento della costruzione dell’Unità d’Italia. Certo, nel mondo di oggi questa giornata significa anche ricordarci che il valore della Patria è un valore importante perché ci ricorda una comunità di cui facciamo parte, di cui siamo figli, cittadini, ma ci ricorda anche che la nostra Patria oggi è l’Italia e l’Europa, una casa anche più grande».

La sindaca ha evidenziato i passi avanti compiuti negli ultimi dieci anni affinché l’Europa, «che oggi è una casa comune, ed è la nostra garanzia per il futuro, 80-100 anni fa fu teatro di una guerra sanguinosa che produsse milioni e milioni di morti. Il passaggio in avanti che abbiamo fatto in questo, lo dobbiamo a chi ha lasciato la vita allora, un bene prezioso che va coltivato anche per il futuro».

Mirko Bilò, consigliere regionale

Il consigliere regionale Mirko Bilò ha sottolineato che «le celebrazioni delle ricorrenze istituzionali, degli anniversari patriottici, come il 4 novembre e il centenario del Milite Ignoto, non sono un semplice rituale moderno. La memoria storica, quando è legata ai valori è feconda, è vitale, guarda al futuro, per ricordare che un popolo senza memoria non è un popolo, ma semplicemente un insieme di persone».

Secondo il vicepresidente consiliare della Lega «il bisogno di storia è insito in ogni uomo. Penso al rispetto dei simboli Repubblicani, delle libertà conquistate, dei sentimenti più nobili del popolo italiano, in primis l’unità nella Nazione e per la Nazione. Chi non ricorda non vive».

L’assessore alla Cultura del Comune di Ancona Paolo Marasca nel suo intervento ha ricordato la figura del Milite Ignoto, «in rappresentanza di migliaia di ragazzi provenienti da città, regioni, terre diverse, che spesso parlavano i propri dialetti e nemmeno, ancora, l’italiano, e che si trovarono uniti improvvisamente, spalla a spalla, nel mezzo del più terribile conflitto del pianeta. Oggi, la nostra Costituzione recita “l’Italia ripudia la guerra come mezzo di offesa alla libertà dei popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Oggi, l’Italia partecipa all’Unione Europea, formata da nazioni che hanno imparato a confrontarsi governando i propri impulsi, e a cancellare la guerra dal nostro continente. Ogni città del Paese ha pagato per questo il suo tributo di morti, di figli non tornati, di distruzione».

Paolo Marasca, assessore alla Cultura
Paolo Marasca, assessore alla Cultura

L’assessore Marasca ha ricordato poi la devastazione subita da Ancona, nei due conflitti mondiali, «con migliaia di perdite civili. Anche per questo, il Consiglio Comunale di Ancona ha votato all’unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, nel centenario della sua traslazione. Lo abbiamo fatto con orgoglio, e con grande affetto per quel ragazzo strappato ai suoi affetti, che a fianco di tanti altri come lui ha vissuto nelle trincee, ha combattuto, ha avuto paura e ha avuto coraggio. Ricordiamo questo soldato, e attraverso lui tutti gli altri, come una persona anzitutto, uno di noi, messo alla prova da qualcosa di spaventoso. Dobbiamo volergli bene, perché la sua storia personale ha contribuito alla nostra storia collettiva, che è una storia finalmente di pace. E dobbiamo continuare a pensare a lui e agli altri 650.000 caduti in quel conflitto, ogni volta che abbiamo dubbi sul nostro essere una comunità, e sul fatto che la nostra forza è aiutarci a vicenda, essere solidali, essere responsabili, saper fronteggiare assieme le avversità».

In chiusura della cerimonia solenne, la benedizione alle tre corone di alloro, donate dalle Forze Armate, dall’Aeronautica Militare e dal Prefetto, che sono state deposte sul Monumento ai Caduti.