Ancona-Osimo

Cellulare in classe, il comitato Genitori Democratici: «Serve educazione a utilizzo»

Il divieto, introdotto in questo anno scolastico, riguarda gli studenti che vanno dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado

Pixabay, Marius

ANCONA – Fa discutere lo stop ai cellulari in classe, anche a scopo educativo e didattico, introdotto da questo anno scolastico. Il divieto riguarda gli studenti che vanno dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado. Un divieto che non vale solo nei casi in cui questi mezzi tecnologici siano previsti da PEI (Piano Educativo Individualizzato) e PDP (Piano Didattico Personalizzato).

«Siamo stati tra i primi a criticare il massiccio ricorso alla tecnologia nella scuola già durante la pandemia – dice Laura Trucchia, presidente del Comitato Gentitori Democratici – e poi di fronte agli investimenti previsti dal PNRR, quando ci troviamo in una situazione molto grave tema di edilizia scolastica (è di questi giorni l’uscita dell’ultimo report di Cittadinanzattiva) e per la mancanza di spazi necessari, come palestre e mense».

immagine di repertorio

Il Comitato esprime preoccupazione «per l’utilizzo sempre più totalizzante che i nostri figli fanno del telefono e dei social, consapevoli dei tanti pericoli, anche per la salute, che può rappresentare l’abuso, più o meno consapevole, di questi strumenti. Non ci soddisfa però un approccio semplicistico che, a fronte dell’esempio offerto dal mondo adulto ormai immerso nella tecnologia, si fonda sul divieto invece che sull’accompagnamento, sull’educazione all’utilizzo».

«In questo senso – spiega – da tempo ci impegniamo per offrire per primi ai genitori corsi e approfondimenti curati da esperti. Vorremmo che la scuola, nel rispetto della libertà di insegnamento, fornisse ai ragazzi e alle ragazze le competenze necessarie anche su questi temi».

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