Ancona-Osimo

Ancona, cento anni di scoutismo: «Neanche i fascisti riuscirono a fermarci»

Il vescovo dell’arcidiocesi di Ancona-Osimo, monsignor Angelo Spina, assieme al vicesindaco dorico, Giovanni Zinni, daranno il via a una due giorni di festa

I castorini da Mattarella (foto per gentile concessione di Larici)

ANCONA – Festa grande per i cento anni dello scoutismo anconetano. Oggi (23 settembre), alle 15.30, il vescovo dell’arcidiocesi di Ancona-Osimo, monsignor Angelo Spina, assieme al vicesindaco dorico, Giovanni Zinni, daranno il via a una due giorni di festa.

Domani (domenica, 24 settembre), nel parco dell’ex caserma Villarey, ora sede della facoltà di Economia e commercio, l’alzabandiera di 12 metri, alle 9, alla presenza del sindaco di Ancona, Daniele Silvetti.

Un momento per ripercorrere insieme un secolo di vita degli scout di Ancona. Uno dei capi gruppo, Leonardo Larici, fa notare che «saremo in circa 600. Gente che tornerà ad Ancona dalla Sicilia, dal Pakistan, dal Brasile e dal Veneto». Domani ci saranno anche il presidente Agesci (associazione guide e scouts cattolici italiani) e Aic.

Gli anni ’60 (foto per gentile concessione Larici)

«Il gruppo scout Ancona 1° è stato il primo a nascere e segna l’inizio dello scoutismo anconetano. Oggi, per la precisione, avrebbe 107 anni, dato che nacque nel 1917 a San Giovanni Battista. Poi, il gruppo – anzi, il riparto (reparto, ndr) – si trasferì nel ’23 ai Salesiani, all’opera Don Bosco e successivamente agli Archi. La chiesa del Crocefisso non c’era ancora e furono proprio gli scout a contribuire a terminarla», fa Leonardo.

L’Agesci, che spegne oggi 100 candeline, solo nelle Marche conta 12mila iscritti, circa due mila ad Ancona. «Una storia che inizia nel 1923, quando Paolo Santoni e Livio Fraboni decisero di entrare nell’Asci, associazione scout cattolici italiani». Uno scoutismo ancora «profondamente sessista», quello di «matrice inglese» di una volta, «coi maschi da una parte e le femmine dall’altra, fino al ’74».

In piazza Cavour, qualche settimana fa (foto per gentile concessione Larici)

I due fonderanno il riparto Don Bosco, che attraverserà guerra e fascismo: «Nel ‘28, lo scoutismo fu chiuso per la nascita dell’Opera nazionale balilla, ma Santoni e Fraboni si mischieranno all’Azione cattolica (mai stata chiusa) per continuare a fare attività con l’aiuto dei francesi. Tempo fa – ricorda Leonardo – abbiamo scoperto un aneddoto divertente. Nel ‘44, in un’Ancona distrutta dai bombardamenti, i ragazzi volevano tornare a fare scout, ma non c’erano gli spazi. E allora trovarono una stanzetta in un palazzo ridotto malissimo, non c’erano né porte né finestre e d’inverno faceva freddo. Tra le macerie, trovarono una porta, la pulirono e la montarono per ripararsi dal gelo, aiutati dalle candele con cui si facevano luce durante le riunioni. Un giorno, però, quei 5 ragazzi vennero arrestati dai carabinieri. Il motivo? Furono i residenti a chiamarli, perché la porta era un infisso della sede centrale del partito fascista di Ancona e il vicinato temeva in una sua ricostituzione. Sapete – precisa – vedendo le luci di notte e un movimento fitto, si pensava che i fascisti potessero riorganizzarsi, ma erano solo scout».

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