Ancona-Osimo

Centri massaggi a copertura di case squillo, cinque donne rischiano il processo (VIDEO)

Chiuse le indagini partite questa estate dopo il sequestro di una attività a Marina di Montemarciano che aveva portato alla denuncia di due cinesi. Era collegata ad altri due centri nella provincia di Macerata gestiti di tre presunte sfruttatrici

Un frame del video del sequestro

ANCONA – Prima la chiusura di un centro massaggi a Marina di Montemarciano, questa estate, poi la scoperta di altre due attività nella provincia di Macerata che nulla avevano a che fare con i servizi pubblicizzati nascondendo piuttosto delle case dove all’interno si prostituivano avvenenti signorine cinesi.

Proprio la denuncia di una squillo sfruttata ha fatto partire due indagini con lo stesso comune denominatore. La notifica della chiusura è stata inviata questi giorni alle indagate, cinque donne cinesi accusate di sfruttamento della prostituzione. Ora avranno 20 giorni di tempo per chiedere di essere sentite o presentare memorie difensive. Tutte rischiano il rinvio a giudizio e quindi un processo.

L’attività investigativa è stata chiusa di recente dalla Squadra Mobile di Ancona, coordinata dalle Procure del capoluogo dorico (diretta dal procuratore Monica Garulli) e di Macerata (diretta da Giovanni Giorgio) e ha avuto come epilogo, oltre alla denuncia di due donne di origini cinesi e il conseguente sequestro più chiusura del centro massaggi a Marina, anche la denuncia di altri 3 soggetti (donne) di stessa nazionalità, responsabili di aver diretto altri due centri massaggi a Corridonia e Porto Potenza Picena. Tutti irisultati essere case di prostituzione, in quanto al loro interno, a seguito di perquisizione delegata dalla Procura della Repubblica di Macerata, venivano rinvenuti abiti succinti e materiali da utilizzare per prestazioni sessuali.

Nei confronti di cinque cittadine cinesi dimoranti nella provincia di Ancona e Macerata, sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini. La vicenda è collegata alla chiusura del primo centro massaggi cinese, a Marina di Montemarciano, avvenuto la scorsa estate.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata, si era occupata del coordinamento del secondo filone di inchiesta riguardante gli altri due centri massaggi nel Maceratese, collegati al primo. Le attività investigative sul territorio di Macerata, culminavano con due perquisizioni eseguite dagli investigatori delle Squadre Mobili di Ancona collaborati dalla Mobile di Macerata e dal Commissariato di Civitanova. Nei centri massaggi di Corridonia e Porto Potenza, sottoposti a perquisizioni, si accertava che erano “case di prostituzione”.

Nel corso delle predette attività investigative, comprensive di intercettazioni telefoniche ed ambientali, avviate a seguito della denuncia sporta da una donna sfruttata, era emerso un giro di prostituzione condotto all’interno dei centri massaggi da parte di giovani e avvenenti cittadine cinesi che, anziché massaggi curativi, si prodigavano a soddisfare le più svariate e bizzarre richieste dei numerosi clienti frequentatori, anche facendo uso di oggettistica eloquente e inequivocabile.