ANCONA – Il cantiere del nuovo centro pastorale, nel quartiere delle Palombare, richiama l’appello di don Samuele Costantini, il parroco di San Francesco e Santa Maria delle Grazie che ha ricevuto in dote dal suo predecessore un problema di non semplice soluzione. La premessa: ieri un cittadino ha segnalato la situazione del parchetto delle Palombare e del cantiere del centro ancora in sospeso da oltre due anni. Il sopralluogo effettuato oggi lascia davvero sorpresi: il muretto di recinzione del nuovo centro pastorale San Francesco d’Assisi, lungo la stradina tra il campo sportivo e il cantiere, pende visibilmente, molte parti di recinzione, precedenti a quelle attuali, risultato strappate. Ma quello che preoccupa è il cantiere stesso, perché oltre la rete di recinzione si vede bene la struttura: il nuovo centro ha i muri e la copertura, nell’interno sono ben visibili gli impianti posati a terra, ma il tutto è abbandonato, i lavori sono chiaramente interrotti e, soprattutto, le recinzioni arancioni in alcune parti sono talmente danneggiate che per accedere al cantiere, basta calpestarle. La scaletta di accesso dall’alto non è transennata, può entrare chiunque.
Dal basso, in via del Commercio, proprio all’incrocio con via dell’Artigianato, il cartello dei lavori esposto è sbiadito dalle intemperie, si leggono poche parole: “Nuovo centro pastorale San Francesco d’Assisi e parrocchia San Francesco di…”. Sempre in via del Commercio, dietro alla rete di recinzione, questa sì invalicabile, si scorgono un bidet e un lavandino abbandonati, insieme ad altro materiale non ben distinguibile, ormai sopraffatto dalla vegetazione, mentre più avanti, all’interno della struttura, ci sono materiali edili. Il cartello stradale, un doppio pannello che indica via del Commercio e il senso unico, è anch’esso sdraiato oltre le reti di recinzione, un segno che da quelle parti chiaramente qualcosa, almeno finora, non è andato come dovrebbe.
«I lavori sono iniziati nel 2019 – spiega don Samuele Costantini – poi il parroco precedente s’è dimesso e ha lasciato l’opera al suo successore. Sono arrivato in piena pandemia nel 2020 e ho ereditato una situazione difficile. È un dolore non essere ancora riusciti a completarlo. Lo finiremo dopo aver trovato i soldi che mancano, si parla di centinaia di migliaia di euro. Il nostro desiderio, mio e di tanti parrocchiani, è di finire l’opera, come e quando ce lo dirà la Provvidenza. Ma un appello posso farlo. Un appello ai parrocchiani delle Palombare e anche a quelli che non ho mai potuto conoscere, durante la pandemia. Se c’è qualcuno che ci vuole e ci può aiutare nella gestione e nel futuro di questo cantiere, lo prego di contattarmi. Le parrocchie vivono di volontariato e la nostra riguarda 16mila abitanti».