ANCONA – «Si viaggia nel caos più totale». Lo stilista filottranese Luca Paolorossi parla in questi termini della ripresa delle cerimonie, la cui data è stata fissata al 15 giugno. Nella giornata di ieri il Comitato Tecnico Scientifico ha varato le linee guida contenenti le regole per i ricevimenti di matrimoni, comunioni e cresime. Un settore che riparte dopo mesi di inattività a causa della pandemia, anche se non è tutto rose e fiori come ci spiegano gli operatori del settore. Per partecipare ad una cerimonia servirà il covid-pass, ovvero la certificazione attestante un tampone negativo, la vaccinazione o la guarigione dal covid.
Paolorossi ci spiega che il settore cerimonie sta procedendo a due velocità: da un lato ci sono gli operatori che lavorando in autonomia si organizzano per soddisfare la voglia dei loro clienti di convolare ” a giuste nozze”, ma dall’altro lato della barricata c’è chi preferisce evitare i rischi penali connessi ad un eventuale contagio nel corso di una festa di matrimonio, comunione o cresima. «Le persone hanno voglia di sposarsi» fa notare lo stilista, e chi ha dovuto attendere mesi o rimandare la cerimonia di un anno, ora preme per fare il grande passo.
Il risultato è che con le regole arrivate a 3 settimane dalla ripartenza del settore, gli operatori si ritrovano a dover lavorare con tempi dimezzati. «Se prima avevamo sette mesi per organizzare una cerimonia, ora in tre mesi e mezzo dobbiamo fare tutto – afferma Luca Paolorossi – , per un artigiano non è facile mettere insieme tutte le sue forze in un margine di tempo così ridotto». Lo stilista spiega «in 8 settimane abbiamo già più di 400 coppie di sposi da tutta Italia, è il segno di un grande desiderio di ritorno alla normalità».
Paolorossi fa notare come la realtà stia travalicando le chiusure, tanto che ci sono wedding planner, specie tra Roma e Milano, che si sono già organizzati per soddisfare il desiderio degli sposi di poter avere una festa con delle “prove di matrimonio” «dove gli invitati non sono vestiti a festa, l’auto non è addobbata, e il ristorante nemmeno, ma il pranzo si svolge nella stessa sala anche se distanziati». Insomma un banchetto in piena regola mascherato da pranzo al ristorante.
«Da un anno e mezzo stiamo andando avanti con regole imposte di chi è lontano dalla realtà – spiega – , misure inappropriate, e senza erogare sostegni, che rischiano di “seppellire” molte attività, è chiaro che poi c’è chi escogita un escamotage per sopravvivere».
Simone Baleani dell’Unione Regionale Cuochi, chef del ristorante Il Molo di Portonovo, spiega «quest’anno non abbiamo ricevuto nessuna prenotazione per cresime e comunioni, mentre gli anni passati erano “all’ordine del giorno”. Anche adesso che c’è una data non si è fatto avanti ancora nessuno».
Lo chef fa notare che le regole varate in prossimità della riapertura mettono in grande difficoltà il settore, dal momento che «i banchetti devono essere allineati alle cerimonie religiose e non è semplice». «Quest’anno – conclude – punteremo sul turismo, non possiamo fare altrimenti».
LE REGOLE DEL CTS
Per sposarsi, per partecipare ad un banchetto nuziale o ad una festa di cresima o comunione è obbligatorio il green-pass, ovvero la documentazione attestante l’avvenuta vaccinazione almeno con la prima dose ma oltre i 15 giorni precedenti o con la doppia dose. Oppure la guarigione dalla malattia o l’esito negativo di un tampone nelle 48 ore precedenti. Una certificazione che dovranno avere proprio tutti, dagli sposi agli invitati.
La mascherina sarà obbligatoria per tutti, sposi compresi (chirurgica o ffp2) negli ambienti interni quando non sono seduti al tavolo e negli spazi esterni se non è possibile rispettare la distanza di almeno 1 metro. Gli ospiti potranno non indossare la mascherina chirurgica nei casi di allontanamento dal proprio tavolo (recarsi in bagno, al bar, ecc.) a condizione di rispettare il distanziamento interpersonale di 1 metro nel caso di soggetti non conviventi.
I ristoranti dopo il banchetto dovranno conservare per 14 giorni l’elenco dei partecipanti alla cerimonia. Obbligatoria la misurazione della temperatura corporea e con una temperatura superiore ai 37,5 °C scatta il blocco dell’ingresso al locale. La festa potrà avvenire anche al chiuso, anche se la raccomandazione del Cts è quella di tenere i banchetti all’aperto.
La distanza minima tra i tavoli deve essere di almeno 2 metri e tra i commensali deve esserci uno spazio interpersonale di almeno 1 metro eccetto che tra conviventi. Il buffet self-service non è più ammesso, eccetto che con prodotti confezionati monodose, diversamente si potrà optare per questa formula ricorrendo al personale di sala che somministri le pietanze così da evitare alle persone di toccare il cibo. Consigliata l’adozione di menu unico ad uso esclusivo dell’invitato per evitare il passaggio del piatto di portata.
I gruppi musicali dovranno mantenersi ad una distanza di almeno 3 metri dal pubblico se non provvisti di barriere anti-droplet. Sì ai balli ma solo per 15 minuti e all’esterno si potrà ballare, dentro il locale, invece, occorre garantire uno spazio di 2 metri quadrati a persona, potenziando il ricambio d’aria dei locali. Le pause danzanti, comunque, non potranno superare i 15 minuti. Per quanto riguarda le bomboniere, dovranno essere consegnate agli invitati dagli sposi dopo aver igienizzato le mani.