ANCONA – Chiuso dal giorno dell’esplosione fa causa alle Generali perché l’assicurazione non ha ancora liquidato il danno e lui ha perso la sua attività. È la situazione del forno di via Colleverde, il biscottificio di prodotti siciliani con annesso bar che la notte tra il 2 e il 3 gennaio 2017 era andato distrutto dopo un incendio divampato al suo interno per cause accidentali. Il proprietario, Paolo Di Maio, è dovuto ricorrere alla vie legali dopo 17 mesi di locale chiuso perché passati ad attendere la stima dei danni calcolata dai periti e soprattutto il pagamento che sarebbe servito per ripristinare il laboratorio e la vendita. «Abbiamo citato in giudizio l’assicurazione – spiega l’avvocato Riccardo Leonardi, che tutela Di Maio – adesso aspettiamo che venga fissata la prima udienza. Dopo il sopralluogo dei periti le Generali sono sparite, non si sono presentate nemmeno al tentativo di conciliazione di alcuni mesi fa, davanti alla Camera di Commercio. C’è silenzio su tutta la linea».
L’attesa prolungata ha fatto altre due “vittime”, il proprietario dell’immobile che è l’ingegnere Paolo Beer e i residenti che, insieme ai commercianti, hanno lamentato problemi di igiene per lo stato di abbandono in cui l’immobile è stato costretto a rimanere e hanno avviato una raccolta firme da presentare al Comune. Recentemente, su Facebook, era stata postata anche una foto con un topo morto. Non potendo ripristinare il locale infatti, perché coperto da apposita assicurazione, all’interno è rimasto tutto come la notte dell’esplosione e chi abita in zona lamenta che dalla struttura arriva cattivo odore. Sia il titolare dell’attività che la proprietà dell’immobile hanno provveduto a chiudere con dei pannelli e isolare gli scarichi dove passavano i topi per tamponare il problema che potrà risolversi solo ristrutturando il locale. «Perdo soldi ogni mese – spiega l’ingegnere Paolo Beer – quelli dell’affitto perché dopo l’incidente l’attività non è più ripartita e quindi il contratto non è stato rinnovato. Vorrei poter ripristinare il locale per riaffittarlo ma non possiamo perché ci sono di mezzo i periti dell’assicurazione. Per il problema topi abbiamo fatto anche la derattizzazione. Ci dispiace per i residenti ma non dipende solo da noi». Senza la possibilità di utilizzare il laboratorio, il proprietario del forno di via Colleverde ha dovuto chiudere anche il punto vendita in corso Amendola. Ancora non si conosce nemmeno in maniera precisa a quanto ammonta il danno dopo l’esplosione ma la cifra dovrebbe essere vicina ai 300mila euro considerando gli arredi, le attrezzature andate distrutte e i danni all’immobile. «Non è stato mai indicato nemmeno il motivo del mancato pagamento da parte dell’assicurazione – continua Leonardi – ora lo chiariremo in tribunale. La polizza versata dal mio cliente era regolare».