Ancona-Osimo

Chiusura Carrefour: cassa integrazione fino a novembre e piano di incentivi, siglata l’intesa

Raggiunto l'accordo con la direzione dell'ipermercato francese che chiuderà i battenti il 31 marzo. I sindacati: «Massimo ottenibile a pochi giorni dalla chiusura»

ANCONA – Cassa integrazione straordinaria fino a novembre e un piano di incentivazione alla fuoriuscita per i dipendenti. È l’intesa raggiunta il 12 marzo dai sindacati con la direzione dell’ipermercato Carrefour di Camerano che il 31 marzo abbasserà le serrande lasciando a piedi 89 lavoratori, una mazzata sulle famiglie dei dipendenti, in gran parte donne e di età media intorno ai 50 anni.

Nei giorni scorsi i lavoratori hanno incrociato le braccia per 8 ore e si sono ritrovati in presidio davanti alla sede del Consiglio regionale ad Ancona per sensibilizzare la Regione sulla vicendaFilcams Cgil, Fist Cisl e UilTucs Uil dopo una trattativa molto combattuta hanno concretizzato l’intesa che prevede la cassa integrazione straordinaria, richiesta al Ministero fino a novembre, accompagnata da un sistema di incentivi economici che a partire da 63.500 euro si modulerà nell’importo a seconda della data di uscita dei lavoratori, che  potrà opzionare volontariamente per tutto il periodo di durata dell’ammortizzatore.

Previsto anche un importo da erogare al termine della cassa nel caso «si rendesse necessario l’avvio della procedura di licenziamenti collettivi – si legge in una nota dei sindacati – . Confermata anche la disponibilità al trasferimento sugli altri siti con un intervento economico sulle
spese di affitto e di eventuale trasloco».

I sindacati Filcams Cgil, Fist Cisl e UilTucs Uil, hanno inserito nell’intesa una clausola che una volta eliminato il divieto di licenziamento, vincoli la direzione del gruppo francese a incontrarsi per rimodulare l’accordo».

I segretari dei sindacati al presidio davanti Palazzo Leopardi (da sinistra Cotichelli, Soleggiati e Bontà)

«Abbiamo sottoscritto l’ipotesi di accordo nella consapevolezza che a pochi giorni dalla chiusura costituisse il massimo ottenibile in questa complessa e triste vertenza in un quadro normativo del tutto incerto, atteso che manca ancora la proroga al divieto di licenziamento – dichiara la segretaria regionale Fist Cisl Selena Soleggiati –  . Avremmo voluto ottenere condivisione dal gruppo che ha deciso una chiusura così repentina, ai 12 mesi di cassa perché propedeutici alla verifica delle possibilità di riutilizzo dello stabile con il riassorbimento del personale o alla creazione di un piano di ricollocamento vero che coinvolgesse gli altri operatori della zona, ma la determinazione del gruppo è stata netta».

La direzione del punto vendita ha infatti comunicato ai lavoratori la chiusura dell’ipermercato il 1 marzo, lasciando lavoratori e sindacati sgomenti perché oltretutto con la pandemia le vendite erano addirittura incrementate.

«Avremo un periodo più breve che si concluderà a novembre – prosegue – accompagnato da robusti incentivi per chi decidesse di fuoriuscire e collocarsi in naspi. Riteniamo che la contrazione del periodo di cassa carichi il gruppo di una inevitabile responsabilità: quella di ricercare nel breve lasso di tempo che resta possibili acquirenti e favorire l’incontro con la proprietà dello stabile che batte anch’essa bandiera francese. A questo impegno è legato anche l’unanime assenso dei lavoratori alla firma».

I sindacati annunciano che faranno pressing sul ministero «con il sostengo auspichiamo di tutte le istituzioni – afferma Soleggiati – alle quali a nome dei lavoratori rivolgiamo l’appello che questa vicenda veda il fattivo e concreto contributo di tutti affinché gli 89 lavoratori non siano presto solo 89 disoccupati. Noi non ci rassegneremo allo spegnimento della luce blu dell’insegna francese e consideriamo questo solo il primo round della vertenza».

«Non esiste un accordo buono quando chiude un punto vendita – afferma il segretario regionale UilTucs Uil Fabrizio Bontà – . Abbiamo fatto il massimo, dal punto di vista economico, per lenire questa ennesima ferita che si è aperta nella provincia anconetana, considerato qual era la base di partenza, mentre dal punto di vista “normativo” non abbiamo perso le speranze di trovare un potenziale acquirente e l’attivazione della cassa integrazione guadagno straordinaria fino a novembre servirà a dare un po’ di ossigeno alle dipendenti. Il tempo purtroppo stringe perché sarebbe opportuno trovare qualcuno che rilevi l’ipermercato entro il 31 marzo poi dovrà essere la politica, per quanto è di sua competenza, a provare a darci una mano per non rivivere la stessa storia appena chiusa negativamente con XPO», il deposito osimano chiuso dopo il passaggio di Auchan Retail in Conad.

«La vicenda Carrefour non può ritenersi di certo conclusa con la sottoscrizione dell’accordo sindacale che è solo una parte della soluzione – commenta il segretario Filcams Cgil Ancona Carlo Cotichelli – . Difatti rimaniamo convinti che, come già ribadito in Regione e confermato dall’assemblea dei lavoratori, il tema deve rimanere la riqualificazione dei 9mila metri quadrati che il colosso francese si lascia alle spalle. Come chiesto alla Regione Marche e per evitare un processo di progressiva desertificazione della galleria commerciale, è necessario mettere in campo una regia istituzionale che – rapidamente – sia in grado di portare nuovi investimenti».