ANCONA – Stop al Lazzabaretto, gli storici clienti in rivolta: «Quel luogo non può chiudere, né si può svuotare la Mole». Continuano senza sosta le reazioni alle dichiarazioni dell’assessore alla Cultura, Anna Maria Bertini, rilasciate qualche giorno fa in Commissione Cultura (clicca qui).
Lo stop al Lazzabaretto – arena cinematografica e bar – pare stia diventando sempre più concreto anche se, a dire il vero, non c’è ancora una risposta definitiva e formale da parte dell’Amministrazione. Intanto, però, tra i clienti gira voce di una raccolta firme.
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«Sì, ci stiamo seriamente pensando. È assurdo chiudere un luogo così importante per la storia della città a causa dei lavori nemmeno iniziati ad un ponticello di ingresso». Il ponticello, a dire il vero, è essenziale secondo il progetto approvato anche dalla Soprintendenza. Senza quello, l’attività non può farsi, ci aveva spiegato Chiara Malerba, dell’Arci di Ancona.
Ilaria Campagna veniva da Montemarciano appositamente per il Lazza. È lei a ricordare i momenti più belli vissuti lì: «Ci sono andata con i miei genitori, al Lazzabaretto. Lo ricordo come un luogo di incontro stupendo prima di periodi meravigliosi della mia vita. Lo associo al periodo estivo e mi ha lasciato delle belle sensazioni. C’era un clima perfetto quando superavi quel ponticello. Atmosfera di familiarità, di apertura, di una piccola comunità all’interno di Ancona, come una mini Bologna. Mi dava tranquillità e armonia».
E ancora: «Proprio di recente – dice Campagna – e prima di sapere di questa notizia, parlavo con un mio amico del fatto che saremmo dovuti tornare lì questa estate. Ma forse purtroppo non sarà possibile – riflette – in quanto ahimè sono venuta a conoscenza della notizia della sua chiusura. Io direi che tutto questo non dovrebbe mai accadere. Un posto di aggregazione anche per adulti dovrebbe rimanere sempre aperto. Pensi che un’amica dei miei genitori ha vissuto la sua infanzia lì e continuava ad andarci. E i miei stessi genitori andavano volentieri al Lazza. Perché – si domanda la ragazza – distruggere quei piccoli momenti di libertà che ci regalava?».
Il pensiero di Silvia Spargoli, altra habitué, si sofferma sulla Mole come contenitore di eventi: «La Mole da anni rappresenta un’isola felice in cui la cultura non si manifesta soltanto sottoforma di eventi di musica, di cinema e di incontri, ma anche nell’accoglienza, nell’ascolto, nella gentilezza e nell’umanità mostrata da tutti i volontari e lavoratori che investono il proprio tempo e impegno nel fare crescere una comunità».
«I luoghi non si limitano solo ad ospitare persone, ma per chi li vive ogni giorno, sono la culla di esperienze e ricordi. Sono essi stessi cultura. E sono le persone a formare i luoghi, attraverso la partecipazione reciproca. Per questo la Mole non può spegnersi, non deve essere messa in disparte perché forse non per tutti gli anconetani, ma sicuramente per molti, rappresenta un’identità».
Una signora che viene dall’estero ma che vive da anni ad Ancona scrive questo: «Quando sono arrivata ad Ancona, 10 anni fa, alla Mole c’era stata una splendida mostra di funghi e c’erano anche mercati delle piante da tutta Italia. Da allora, in città sono cambiate molte cose. Non c’è più il bar del Duomo, il ristorante ˊLa terrazzoˊ, chiusa anche la Lanterna Rossa. E i traghetti del porto mi sembrano inquinare di più. Innumerevoli i cambiamenti di proprietà dei negozi, con le boutique in ritirata. La Mole? A cosa sono serviti i soldi dei cittadini per realizzare quella bella passeggiata sul lungomare se la si chiude?». A dire il vero, pare che lo stop agli eventi della Mole sia solo temporaneo, proprio per consentire i lavori sulla struttura del Vanvitelli.