Il 2024 è stato l’anno con il maggior numero di giorni di caldo estremo, per l’esattezza 41 giorni con temperature pericolose per la salute e per gli ecosistemi, e con il maggior numero di persone mai registrate esposte a temperature eccessivamente elevate, 5,3 miliardi. A fornire il dato sono gli scienziati del World Weather Attribution insieme al think tank Climate Central. Secondo il primo rapporto annuale, tutti i paesi devono prepararsi nel 2025 all’aumento di questi rischi per ridurre al minimo morti e danni.
Il 21 luglio è stato il giorno più caldo mai registrato sulla Terra, record battuto dal 22 luglio con il maggior numero di persone mai registrate esposte a temperature eccessivamente elevate. «Al di là dell’aumento delle temperature – spiega il professor Giorgio Passerini, dell’Università Politecnica delle Marche – sta aumentando anche il numero di giorni con caldo estremo e con notti tropicali. Il Mediterraneo sembra risentire di più del cambiamento climatico, insieme all’Artico».
Due aree così lontane fra loro, non solo in termini geografici, ma anche climatici, che stanno subendo in maniera importante l’effetto della crisi climatica «probabilmente a causa della sovrapposizione del global warming e del fenomeno del Niño, con un aumento delle temperature medie e degli episodi estremi. Adesso si è innescato il fenomeno opposto, ovvero la Niña che potrebbe portare ad un raffrescamento, anche se non credo che avrà effetti importanti sul Mediterraneo».
Il docente di Fisica Tecnica Ambientale dell’UnivPm spiega che «mentre in Artico l’effetto dello scioglimento dei ghiacciai si somma all’assorbimento delle radiazioni solari, nel Mediterraneo per ora abbiamo molte evidenze sperimentali, ma non si è ancora compreso con esattezza perché quest’area sia così colpita dagli effetti del cambiamento del clima. Potrebbe dipendere dal cambiamento della circolazione, con l’Anticiclone Africano che predomina, portando aria calda dall’Africa». Tra le possibili cause anche «lo spostamento di qualche grado di una delle celle convettive del Tropico del Cancro». «Le rinnovabili con sistemi di accumulo sono al momento l’unica tecnologia che può aiutarci a contenere gli effetti della crisi climatica» conclude.