Ancona-Osimo

Crolla la produzione di miele nelle Marche. L’apicoltore: «A fine maggio non una goccia di miele nelle casette»

Nelle Marche secondo Coldiretti è a rischio le produzioni di miele di acacia. E si prevede una scarsa produzione di millefiori primaverile e di colza

ANCONA – Piogge insistenti e cambi repentini di temperatura, la salute delle api è minacciata dal cambiamento climatico che sta facendo sentire i suoi effetti in maniera sempre più frequente e impattante sulla vita dell’uomo e dell’ambiente, anche con l’alluvione che ha colpito recentemente Marche ed Emilia Romagna.

Se con la siccità dell’estate scorsa i produttori sono stati costretti ad alimentare le api con acqua e zucchero, con gli acquazzoni di questa primavera seguiti alle allerte meteo e il crollo delle temperature, hanno impedito alle api di volare, danneggiando i fiori, colpiti anche dalle grandinate avvenute a metà maggio.

Un quadro tutt’altro che incoraggiante per il settore, in crisi già dagli anni scorsi, e che si trova a fronteggiare una nuova emergenza. Nelle Marche secondo Coldiretti sono a rischio le produzioni di miele di acacia, non ancora fiorito, e si prevede una scarsa produzione di millefiori primaverile e di colza.

«Quest’anno c’è un problema molto serio di produzione – dice Giacomo Grilli, apicoltore a Castelfidardo, aderente a Campagna Amica di Coldiretti – solitamente di questi tempi le api fanno scorta per l’inverno, invece adesso, quasi a fine maggio, siamo costretti ad alimentarle con acqua e zucchero, perché nelle casette non c’è una goccia di miele».

Una situazione mai vista, osserva, spiegando che le api non avendo cibo mangiano il pochissimo miele che producono e che non è sufficiente neanche per la loro sopravvivenza. «Se non le nutriamo con acqua e zucchero muoiono – aggiunge l’apicoltore – e l’ape regina in questa situazione riduce la deposizione delle larve, che quando si schiuderanno non saranno in numero sufficiente per la produzione di miele per l’apicoltore.

Con un crollo della produzione del miele, il prezzo dei vasetti schizza alle stelle, trainato verso l’alto anche dai rincari delle materie prime, dal vetro dei vasi in cui viene racchiuso, alla cera, il cui costo «è quasi triplicato negli ultimi tre anni». Il risultato? Miele di acacia quasi introvabile, visto che la produzione di questa varietà nelle Marche «è quasi a zero» dice Grilli, mentre quello millefiori «sale da 3 euro agli attuali 6-7 euro al chilo all’ingrosso, per raddoppiare al dettaglio dove non si spenderà meno di 12-13 euro al chilo.

«I costi per noi sono molto più alti che in passato – prosegue l’apicoltore – spendiamo di più per nutrire le api, e nel frattempo è cresciuto il prezzo anche delle casette di legno. La situazione è molto preoccupante, e, a settembre, dopo il caldo estivo ci ritroveremo a dover alimentarle di nuovo con acqua e zucchero».

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