Ancona-Osimo

Clima: crolla la raccolta di olive nelle Marche, il prezzo dell’olio si impenna (+42%). Galluzzi: «Rispetto all’anno scorso -50%, ma più resa»

Le temperature record di settembre e ottobre hanno disidratato le olive. Nelle Marche mediamente si raccoglie il 50% in meno. Il prezzo dell'olio si impenna

Raccolta Olive

ANCONA – Il caldo record di settembre e ottobre e la scarsità, se non l’assenza di piogge fanno crollare la raccolta di olive nelle Marche. Un’annata che aveva già registrato delle anomalie anche nell’inverno scorso, più mite del solito. Da qualche giorno ha preso avvio la raccolta delle olive e la situazione non è affatto rosea. «I dati della raccolta delle olive sono pessimi, la situazione e anche peggiore rispetto a quella che potevamo ipotizzare» dice Adriano Galluzzi, produttore di olio Coldiretti Ancona e presidente AgriMercati.

Galluzzi spiega che «le temperature medie registrate a settembre e ottobre rimaste sempre elevate e attorno ai 30-32 gradi hanno disidratato e stressato le olive, inoltre l’attacco della mosca dell’olivo è stato importante». Le scarse precipitazioni piovose hanno contribuito ad essiccare le olive, facendole cadere dalla pianta anche se sana. Note positive «la resa maggiore e la qualità dell’olio discreta». Nonostante questo quadro però la raccolta di olive segna dati in forte calo rispetto al 2022.

Nelle Marche il calo è stimato attorno al «50%» spiega Galluzzi, ma «c’è anche chi non raccoglie niente, è peggio del previsto. Per la nostra azienda – spiega – il calo si attesta attorno al 30% in meno, però se l’anno scorso da un quintale di olive riuscivamo a ricavare 12 chili di olio, quest’anno riusciamo a farne 15 litri, c’è un 15-20% di resa in più». Anche nel resto del Centro Italia e del Nord del Paese il crollo nella raccolta delle olive si attesta attorno al 50%, con punte anche più alte, spiega. Al Sud invece la situazione va meglio «la Puglia raccoglierà anche più del solito».

In questa situazione «i prezzi saliranno, non per speculazioni internazionali, ma proprio per una situazione contingente». Secondo Coldiretti il prezzo dell’olio crescerà di un +42% attestando questo prodotto tra quelli che registreranno il rincaro maggiore nel carrello della spesa.

L’Italia è fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo con circa 480 milioni di chili, subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali secondo elaborazioni Coldiretti. Il cambiamento climatico crea grandi difficoltà al settore che deve organizzarsi: «Andiamo avanti con la gestione degli uliveti, con la concimazione, i trattamenti e le potature. Una gestione di questo tipo premia. L’olivicoltura nelle Marche è ancora molto amatoriale, ma con gli sconvolgimenti climatici ci sarà sempre meno olio» conclude.