ANCONA – Nuove rotte nazionali e internazionali, grazie alla ristrutturazione e all’ampliamento dell’Aeroporto Raffaello Sanzio di Falconara Marittima. Il nuovo progetto è stato illustrato nel pomeriggio di ieri (13 dicembre) dall’Ad di Aerdorica Carmine Bassetti, nel corso del tavolo di confronto promosso dalla Cna di Ancona per fare il punto sullo stato dell’arte delle infrastrutture nelle Marche.
L’obiettivo è quello di raddoppiare il numero dei passeggeri dagli attuali 500mila a 1milione, ma per fare questo occorre, ha spiegato Bassetti, che la struttura cresca. Ecco perché in cantiere c’è un progetto da 10milioni di euro che secondo le intenzioni dell’Ad dovrebbe essere appaltato entro l’autunno prossimo per poi concludere i lavori in circa un anno. Lavori che porteranno ad un incremento dei gate di imbarco che dai 3 attuali arriveranno a 14, mentre i check-in cresceranno da 6 a 20.
Ma Aerdorica punta anche a nuove rotte sia nazionali che internazionali per garantire alla Regione di uscire dall’isolamento dovuto a infrastrutture che non la agevolano. Tra le nuove rotte a cui il Sanzio aspira ci sono Roma, Milano, Napoli, Lamezia Terme, Olbia e Alghero, ma anche Parigi, Madrid, Manchester, Amsterdam, Stoccolma, e poi l’Est Europa con le grandi capitali, Mosca, Spalato, Varsavia, Bucharest, Pristina e Skopje.
Un’Aeroporto efficiente inserito in una Regione che vuole tradurre in realtà il fatto di essere stata designata metà da non perdere dal Lonely Planet, non può prescindere però dal collegamento con le altre infrastrutture, come Porto, Interporto, Ferrovia, strade e autostrada. «Con la Regione lavoriamo a braccetto e abbiamo tantissimi progetti» ha spiegato Bassetti fra i quali ha menzionato il parcheggio di scambio e treni che si fermano in aeroporto.
Oltre alla situazione del Sanzio, con la questione degli esuberi di personale da gestire e i voli che nel periodo invernale sono contati, c’è anche il nodo dell’Interporto jesino da risolvere.
LE RICHIESTE DI CNA
Un altra delle criticità infrastrutturali per le quali Cna ha chiesto “lumi”, così come per la Quadrilatero, i collegamenti ferroviari con l’agognato raddoppio della Orte-Falconara e il Porto. Questioni centrali per l’economia marchigiana, come ha spiegato il presidente di Cna Ancona, Massimiiano Santini: «migliorando l’accessibilità alla Regione» le imprese spendono meno per i trasporti e sono più propense a restare ed investire sul territorio, attraendo anche capitali da fuori (economie di agglomerazione) e generando« più ricchezza e risorse».
«Le Marche stanno scivolando verso il Sud d’Italia», ha osservato con preoccupazione, sia per la media della spesa pubblica «più bassa delle altre regioni dell’Italia centrale, investimenti privati che si sono ridotti in misura maggiore nel decennio della crisi, una dotazione infrastrutturale ed un Pil pro-capite più simile all’Abruzzo e all’Umbria che all’Emilia e alla Toscana».
Il rischio secondo il presidente di Cna è che, nonostante la nostra regione sia fra le più attive nella Macroregione Adriatico-Ionica, i traffici si fermino «a nord in Emilia Romagna» o procedano verso ovest «lungo la dorsale tirrenica», tagliando fuori le Marche con gravi ripercussioni sull’economia .
Santini ha chiesto alle istituzioni di superare «gli interventi tampone, episodici e disarticolati, le richieste inevase e le promesse ancora giacenti», in favore di una programmazione di lungo periodo e da costruire tramite la collaborazione fra istituzione e con una visione d’insieme. Insomma alle Marche serve una catena intermodale che integri progetti e infrastrutture con ricadute positive non solo per le imprese del territorio, ma anche per il turismo. Ma ha chiesto anche il confronto con centri di ricerca e università che possano garantire capitale umano formato e flessibile. Insomma un quadro nel quale, per contrastare la crisi economica sempre più forte, servono infrastrutture efficienti per garantire competitività alle aziende del territorio.
Nonostante il presidente Cna Ancona abbia riconosciuto parlando dell’aeroporto «la volontà istituzionale di ridare una prospettiva diversa, lasciandoci alle spalle la mala gestione del passato», ha precisato che ripianati i debiti e concluso l’iter di privatizzazione, ora occorre «diventare punto di riferimento per il traffico merci per il centro Italia». Importante, secondo Santini sfruttare al massimo le interconnessioni con porto e Interporto, attraverso il potenziamento della ferrovia e dei tratti stradali a scorrimento veloce.
L’Interporto che deve diventare centrale unica di risposta per le emergenze di Marche e Umbria, Santini ha ricordato che è «un tassello troppo importante nel quadro d’insieme». Discorso diverso per il Porto di Ancona, che sotto la guida del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Rodolfo Giampieri «sta vivendo una fase di forte rilancio» sia sulla cantieristica navale che sull’accoglienza turistica. Un fronte, spiega Cna «ben gestito dall’amministrazione anconetana per recuperare e porre con forza sul tavolo politico il ben noto asse di collegamento alla città da nord, che prevede il raddoppio della variante alla Strada Statale 16». Ma sul tavolo cè anche la questione della Quadrilatero con la Pedemontana da un lato già completata e la Strada Statale 76 nell’anconetano fondamentale per gli spostamenti verso l’Umbria e il Tirreno. Non più procastinabile il raddoppio della “Superstrada della Vallesina”, ferma sotto le grotte del fabrianese, «un problema serio ed insopportabile, che si scarica sul già fragile e provato contesto economico e sociale dell’intera comunità montana».
LA PAROLA AI SINDACI, ANCI E UNIVERSITA’
Al tavolo di confronto erano presenti anche i sindaci delle città toccate dalle infrastrutture, ovvero Ancona , Falconara e Jesi, oltre a Maurizio Mangialardi per l’Anci.
Sonora la stilettata della sindaca di Ancona Valeria Mancinelli che ha detto basta alle «filastrocche ripetute per decenni» e ha chiesto «meno fuffa e più ragionamenti approfonditi lavorando sui numeri». La Mancinelli senza peli sulla lingua ha chiesto un confronto serio fra le varie istituzioni «non a mezzo stampa», meglio piuttosto mettersi attorno ad un tavolo «che fare qualche battuta d’effetto». «Siamo partiti un po’ male, ma è apprezzabile e da salutare positivamente la ripartenza di una infrastruttura come questa (Aeroporto)». La sindaca ha sottolineato l’impegno della Regione ma ha puntualizzato, «non siamo arrivati, siamo appena partiti». «No alle manovre sottobanco che non mi piacciono e portano male», e ha concluso dicendo «ben tornato aeroporto e buon volo».
La sindaca di Falconara Stefania Signorini ha chiesto al management di Aerdorica di portare avanti un’«attività di espansione in grado di attrarre passeggeri e merci», ha auspicato l’incremento delle attività cargo per dare nuove opportunità occupazionali, aggiungendo che è necessario far ripartire i cantieri legati allo scavo. «Alle istituzioni – ha concluso – spetta l’onere di favorire lo sviluppo dell’Aeroporto con la migliore interconnessione con porto e ferrovia, ma serve anche un accesso viario e una nuova viabilità»
Maurizio Mangialardi, coordinatore nazionale delle Anci regionali ha posto l’accento sulle tre corsie autostradali ancora da completare su tutto il tratto della A14 che attraversa le Marche, e ha individuato l’importanza dell’alta velocità ferroviaria come risorsa per il territorio: «Rfi deve individuare tre hub in Regione, serve un collegamento adeguato verso il Tirreno, ci dobbiamo collegare in maniera adeguata verso Roma.
Il presidente della Ifel Fondazione Anci, Guido Castelli, ha evidenziato come le infrastrutture siano non un problema, ma «il problema delle Marche». «La Fondazione Merloni ha cifrato in 6miliardi il costo che le imprese subiscono per l’inadeguatezza delle infrastrutture, 12 punti di pil persi. Esiste un caso Marche in Italia». Parlando dell’aeroporto ha dichiarato che «ha pagato tante colpe politiche. I marchigiani ci hanno lasciato sangue qui, 100milioni che hanno pagato loro».
Il referente del piano strategico dell’Università Politecnica delle Marche, Mauro Silvestrini ha ricordato che il sistema universitario ha bisogno di attrarre studenti da altre regioni per sopravvivere.
L’INTERPORTO
Il primo cittadino di Jesi, Massimo Bacci ha parlato invece dell’Interporto. Nel suo intervento ha ricordato che la Regione che un tempo era ricca ora è «in grandissima difficoltà e in deficit enorme», in tal senso ha ricordato anche l’impatto sul territorio del fallimento di Banca Marche e ha spiegato che serve «una classe politica adeguata». «Sull’Interporto sono stati investiti 57milioni di euro» ha ricordato, spiegando però che questa struttura ad oggi non è utilizzata. Rivolgendosi alla vicepresidente della Regione Anna Casini ha ricordato che «Ceriscioli l’anno scorso disse che nel 2019 avrebbe dato il là al polo del farmaco e al 112, ma ad oggi siamo all’azzeramento dell’iter amministrativo». «Occorre un cambio di passo – ha concluso – se non ci riusciamo questa Regione dovrà agganciarsi ad sud d’Italia».
A rispondere al primo cittadino jesino è stato il presidente del consiglio di amministrazione dell’Interporto Marco Carpinelli:«Siamo il parente povero – ha detto – siamo in situazione di difficoltà, ma stiamo lavorando a l piano di risanamento. Negli anni si è investito molto, ma è come il lato debole del castello enorme dove si affitta una stanza però si sostengono i costi di un castello intero. Così i conti non tornano, ma devono tornare. Gli azionisti sono difronte al dilemma se andare avanti o abbandonare». Carpinelli ha spiegato che c’è stato un difetto di programmazione «errori che si stanno correggendo», «abbiamo previsto l’allungamento dei binari a 750 metri, standard europeo, ma serve una prospettiva di sviluppo».
IL PORTO
Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Rodolfo Giampieri mosca bianca nel vantare un quadro caratterizzato da segni più, come sul fronte occupazionale dove i lavoratori sono arrivati a quota 6mila, i crocieritìsti che hanno superato i 100mila, poi i progetti come il banchinamento del Molo Clementino con il terminal crociere. «Il lavoro è l’elemento che ci interessa», «nel Mediterraneo gira il 20% del traffico commerciale di tutto il mondo su questo tema ci sono grandi margini di crescita». Una cornice nella quale l’aeroporto «deve essere un forte incoming».
Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche ha spiegato che nell’ultimo consiglio camerale «ci siamo dati una linea di indirizzo e dai primi di gennaio apriremo due capitoli sulle infrastrutture e sul territorio. Ha poi posto l’accento sui disagi alla viabilità provocati dall’A14 con le tre corsie che si fermano a Porto Sant’Elpidio. Inoltre ha annunciato che Camera di Commercio delle Marche sta pensando di aprire una sede a Milano perché hub del commercio.
LA POSIZIONE DELLA REGIONE
La vicepresidente regionale con delega alle infrastrutture, Anna Casini ha ricordato al suo insediamento Aerdorica era organizzato solo per le partenze e non per gli arrivi, aveva 40milioni di debiti e 104 dipendenti, mentre l’Interporto aveva 12milioni di euro di debiti e non svolgeva la sua funzione così come l’Aeroporto, inoltre ha osservato che l’Autorità di Sistema portuale non esisteva. Poi ha ripercorso l’iter di salvataggio di Aerdorica, ricordando che è stato un miracolo e ha annunciato che in Giunta sono stati previsti a bilancio 8milioni di euro per l’aumento di capitale dell’Interporto. Ha ricordato che sono ripartiti i lavori sulla Strada Statale 76 e ci sono 3 tratti della Orte-Falconara già finanziati. «Le Marche sono per le infrastrutture – ha dichiarato – , abbiamo stanziato 105milioni per la banda ultralarga nelle aree interne, abbiamo un piano di ciclabili da 50milioni di euro e siamo capofila della ciclovia Adriatica».