ANCONA – La situazione epidemiologica di Falconara Marittima è stata al centro di una riunione in Prefettura ieri pomeriggio, a cui hanno partecipato l’Agenzia Sanitaria Regionale, l’Asur, l’Arpam Marche, il sindaco Goffredo Brandoni per il comune di Falconara e una delegazione dei Comitati Mal’Aria e Ondaverde Onlus. La Prefettura ha convocato l’incontro per «approfondimenti con gli organi competenti in materia sanitaria e ambientale sulla situazione epidemiologica di Falconara Marittima», dopo che il 7 dicembre scorso i due comitati avevano rivolto una serie di richieste alla dottoressa Simona Calcagnini che, nell’occasione, rappresentava il Prefetto di Ancona. Mal’Aria e Ondaverde avevano chiesto la convocazione di un tavolo tecnico con i Ministeri della Salute e dell’Ambiente, la Regione Marche, il Servizio Epidemiologia dell’Arpam e le associazioni dei cittadini; informare i cittadini sulla reale situazione sanitaria di Falconara favorendo interventi di prevenzione primaria; congelare le attività produttive insalubri per un periodo di almeno 36 mesi.
«Abbiamo partecipato con l’intenzione di ascoltare – spiega Roberto Cenci, volontario Ondaverde Onlus – perché le nostre proposte le avevamo già avanzate il 7 dicembre e, alla Regione e alle altre istituzioni, addirittura nel 2016 e nel 2017. Nella precedente riunione in Pprefettura, noi avevamo chiesto un tavolo con i Ministeri della Salute e dell’Ambiente che invece non sono stati convocati perché la Prefettura ha ritenuto giusto avviare prima un incontro interlocutorio con gli altri soggetti, ovvero Agenzia Sanitaria Regionale, Asur, Arpam Marche, comune di Falconara. Abbiamo così ascoltato la relazione dell’Asur, dell’Arpam e dell’ARS Marche e ci aspettavamo l’avvio di interventi di prevenzione primaria su un territorio dove già tanti studi hanno fotografato eccessi di patologie a Falconara, sopra la media regionale, e invece ci è stato detto di proseguire con la sorveglianza. Abbiamo risposto che questo è l’impegno minimo, ma su interventi veri e propri non ci è stata data risposta».
Per quanto riguarda il registro tumori, «ci è stato assicurato che, a giugno 2018, finalmente uscirà un report che riguarderà comunque solo tre anni (2010, 2011, 2012). Se rispetteranno i tempi riusciremo ad avere i primi dati su Falconara, relativamente al registro tumori». Per i Comitati è necessario avviare un tavolo con i Ministeri, perché «oltre alla situazione epidemiologica, Falconara ha problemi anche con l’inquinamento di acqua di falda nei pozzi e con le centraline che non monitorano adeguatamente. Durante l’incontro abbiamo quindi ribadito le nostre richieste e la dottoressa Lucia Di Furia, direttrice dell’Agenzia regionale sanitaria, si è resa disponibile ad incontrarci a maggio e si è assunta l’impegno di inviare una relazione al Prefetto, con l’ottica di proseguire questi incontri fino ad arrivare alla convocazione del tavolo con i Ministeri».
«Noi desideriamo che i tecnici delle istituzioni locali si incontrino con quelli dei Ministeri dell’Ambiente e della Salute – continua Cenci – e insieme sottoscrivano un protocollo, in modo che venga posta un’attenzione speciale sulla nostra città. Inoltre non è possibile che per ulteriori eventuali richieste da parte di impianti insalubri, ogni ente in maniera individuale proceda con l’autorizzazione. Noi vogliamo il controllo di un ente superiore, in questo caso ministeriale, in modo che si tenga sempre conto della situazione complessiva, perché procedendo per singoli impianti siamo arrivati al punto in cui ci troviamo oggi». Inoltre i Comitati hanno sottolineato la questione relativa ai tempi e hanno denunciato i «ritardi delle istituzioni. Ad esempio sono in ritardo di almeno cinque anni sulla partenza del registro tumori. Non sono ancora partiti interventi di prevenzione primaria, né sono state avviate indagini per capire la causa degli eccessi di patologie a Falconara. Dobbiamo uscire dallo stallo istituzionale in cui ci troviamo».