ANCONA – La stagione estiva sta per concludersi ed è tempo di un primo bilancio. A tracciarlo, con le vacanze e il turismo che volgono al tramonto sono Confcommercio e Cna. Il primo elemento che risalta è la crisi della moda. «È stato un anno difficile – dice il presidente di Confcommercio Marche Giacomo Bramucci, componente della giunta di Federmoda Italia e vicepresidente dell’Azienda Speciale della Moda di Camera di Commercio delle Marche -, lo sapevamo e ce lo aspettavamo a causa della crisi dei consumi che si protrae dall’anno successivo alla fiammata post Covid» quando c’era stata una corsa allo shopping.
Passata questa fase, è arrivata quella della contrazione che si ripercuote sui negozi e sull’intera filiera del mondo del fashio, fa notare Bramucci, Insomma per la moda il momento è molto complesso, e il calo più «forte nelle città che non hanno una cifra turistica sviluppata e che quindi in estate tendono a svuotarsi, mentre è molto più contenuto nelle località dove il turismo rappresenta un volano per l’economia».
Un elemento che la dice lunga «sulle potenzialità della nostra regione – prosegue il presidente di Confcommercio Marche -: il turismo può avere benefici trasversali per il tessuto economico e produttivo. E infatti, le città della costa hanno lavorato meglio, anche durante i saldi, rispetto a quelle dell’entroterra. Lo dice anche il rapporto tra aperture e chiusure del retalil moda, che nella nostra regione vedono un saldo negativo per circa 300 unità negli ultimi 18 mesi.
Con consumi mediamente in calo a livello regionale di circa il 7%, più forte nei comuni non turistici e più lieve nei comuni costieri».
Da qui l’appello alla politica a «studiare interventi per sostenere il settore della moda che nel retail non ha mai beneficiato di appoggi strutturali, contributi che invece arrivano ad altri settori. Oggi il mercato è cambiato – dice -, dobbiamo aiutare le attività a restare aperte: i negozi rendono vivi borghi e le città – conclude -. Moda, ristorazione e sevizi di base rappresentano la vitalità di un territorio, un presidio di socialità e aggregazione, un collante per le comunità».
La Cna di Ancona, per voce di Massimiliano Santini, traccia un bilancio «in chiaroscuro, come ormai siamo soliti commentarla da tempo, da qualche anno a questa parte. Permane un progressivo ed inesorabile calo della propensione all’acquisto nei negozi di vicinato con un parziale recupero nelle piattaforme online, nonostante il periodo dei saldi». Santini evidenzia la «diffusa convergenza di opinioni sul dato delle presenze turistiche in calo, seppur in alcuni centri balneari il contenimento è meno marcato grazie agli eventi. Molti meno stranieri – dice – soprattutto dal Nord Europa, che pare abbiano scoperto con un certo interesse mete turistiche in ascesa nell’area dei Balcani e il solito pendolarismo ancorato alla variabilità metereologica e la cui consistenza da sempre concentrata nel weekend non può bastare da sola a colmare la potenzialità ricettiva del territorio. Dunque – conclude – si ripresenta il solito problema di rendere appetibile un territorio in maniera integrata, potenziando le infrastrutture ed innalzando la qualità dell’offerta».