ANCONA – Il Comune dovrà attendere ancora per riavere il tesoretto di Simone Bonci, i soldi provento della corruzione che gli erano stati dati dal geometra infedele in vista del patteggiamento poi però sfumato. Un tesoretto di quasi 50mila euro, pari al profitto dei reati, che la gup Francesca De Palma, nel condannare in abbreviato l’ex dipendente comunale ne aveva ordinato la confisca perché denaro destinato a finire nelle tasche dello Stato. Per non lasciare andare quella somma l’Ente è ricorso al tribunale del Riesame, con l’avvocato Massimo Sgrignuoli, legale dell’avvocatura comunale. Un atto di appello contro il provvedimento di rigetto dell’istanza di dissequestro depositato il 28 gennaio. Nei giorni scorsi il Riesame ha dichiarato il ricorso inammissibile perché lo strumento processuale utilizzato non era corretto. Il Comune avrebbe dovuto fare un incidente di esecuzione, direttamente alla gup Francesca De Palma. Su questa strada si muoverà ora il proprio legale. Per il momento però la cifra rimane confiscata e non nelle casse comunali.
L’inchiesta “Ghost jobs” dà ancora problemi all’amministrazione comunale, dopo il clamore mediatico che ha suscitato la vicenda giudiziaria sugli appalti pilotati per favorire ditte amiche. Una maxi inchiesta che a novembre 2019 portò all’arresto per corruzione non solo il geometra comunale ma anche quattro imprenditori di ditte edili che avevano lavorato per il Comune, restyling dei laghetti del Passetto compresi.
Il Comune inizialmente aveva ottenuto il tesoretto di Bonci ad ottobre 2021, a titolo di risarcimento del danno. Un risarcimento essenziale per ottenere il patteggiamento che l’imputato, attraverso i suoi legali, si era già indirizzato a chiedere nel procedimento penale che lo aveva portato a processo per corruzione aggravata e induzione alla corruzione. Il patteggiamento però poi non fu più ammesso. Bonci è stato poi condannato in abbreviato a due anni e mezzo.