ANCONA – Sono complessivamente 72 i casi di violenza di genere trattati nel 2020 presso l’Ospedale regionale di Torrette, 7 dei quali di violenza sessuale in 3 donne italiane di età media intorno ai 38 anni e in 4 donne straniere di età media intorno ai 41 anni. 8 i casi di abuso e maltrattamento avvenuti sui minori di sesso femminile, fra i quali 1 in una minore straniera di 14 anni e 7 in adolescenti italiane di età media intorno agli 11 anni. È la fotografia scattata dal congresso regionale “La violenza sui minori, sulle donne, sugli anziani: riconoscere, proteggere, intervenire. Noi andiamo avanti”, che si è tenuto questa mattina – 16 settembre – all’Auditorium Montessori presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche, ad Ancona.
Un appuntamento di rilievo, giunto alla sua nona edizione, che ogni anno analizza il fenomeno della violenza sul territorio, con particolare riferimento a minori, donne, disabili e anziani. Obiettivo quello di fare il punto sulla situazione per organizzare al meglio la risposta.
Al congresso hanno preso parte oltre al direttore scientifico Loredana Buscemi, al presidente Michele Caporossi (direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona), alla consigliera dell’Ordine dei Medici di Ancona Arcangela Guerrieri, e al rettore Gian Luca Gregori (in video collegamento) e in rappresentanza della Regione il consigliere Carlo Ciccioli, c’erano anche il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ancona Monica Garulli il direttore della società italiana di gerontologia e geriatria Flavio Caretta, il consigliere nazionale Aiga, Mario Antonio Massimo Fusaro, il presidente italiano della società di medicina legale e delle assicurazioni (Simla) Riccardo Zoia, avvocati, giuristi, assistenti sociali, psichiatri, medici, la criminologa Margherita Carlini del Centro Antiviolenza di Ancona, insieme ad altre personalità di spicco.
Nell’ultimo anno (2020), complice la pandemia con il lockdown che ha costretto le famiglie ad una coabitazione forzata per tutta la giornata, i numeri sembrerebbero a prima vista in calo ma in realtà occorre considerare il periodo in cui molti sono stati impossibilitati a muoversi e a chiedere aiuto: nel 2017 i casi totali di violenza di genere erano stati 82, 80 nel 2018 e 99 nel 2019, mentre gli abusi e maltrattamenti sui minori 4 nel 2017, 8 nel 2018, e 12 nel 2019.
Il direttore scientifico Loredana Buscemi a margine del congresso, nel sottolineare i «dati sconvolgenti» relativi alla violenza su minori e donne, ha evidenziato che negli ultimi anni sta emergendo con forza un nuovo fenomeno, che conta un «sommerso immenso», ovvero gli abusi e maltrattamenti sugli anziani. Ma c’è anche un «dato positivo», riferisce la dottoressa Buscemi, medico legale e presidente dei genetisti forensi italiani (GeFi) di Ancona, il fatto che la rete regionale nata per contrastare la violenza si sta facendo sempre più stretta.
L’obiettivo, è quello di procedere all’elaborazione «di protocolli unificati che possano garantire dal punto di vista sanitario quelli che sono i percorsi assistenziali per le vittime minori» e per le donne. «Ci stiamo formando per quanto riguarda la violenza dell’anziano – spiega – in quanto l’età media è aumentata così come gli accessi nei nostri ospedali di persone 70enni che sono sempre più frequenti».
Buscemi evidenzia che «l’anziano tace» perché spesso «il suo maltrattante è il caregiver», una figura che a volte coincide anche con un familiare, tanti «gli aspetti psicologici da valutare». Riprendendo il titolo dell’evento, ricorda «noi ci siamo sempre, continuiamo a mantenere questa opera di sensibilizzazione per tenere alto il livello di attenzione su tutti gli operatori».
Un fenomeno, quello della violenza, che «guardiamo con una ottica di prevenzione» osserva Buscemi, «un fenomeno enorme che però cerchiamo di abbattere e non vogliamo abbassare l’attenzione. La sensazione è che degli indicatori cominciano ad emergere, in particolare per minori e anziani e che anche le donne cominciano a capire che si può uscire dalla violenza».
Il presidente della società italiana di medicina legale, Riccardo Zoia, nel corso del convegno ha proposto l’istituzione di una rete nazionale contro la violenza per unificare i vari centri medico legali che si occupano della problematica, così da condividere esperienze sulle categorie più a rischio. Ma nelle Marche si lavora anche a potenziare la rete regionale, che vede già uno scambio di informazioni fra i vari attori coinvolti e diversi tavoli di lavoro e monitoraggio. «La rete c’è – spiega Buscemi – e sta lavorando con buoni risultati, ma vogliamo unificarla e potenziarla».
Fondamentale poi il ruolo dei contributi, osserva il direttore scientifico, sia provenienti dal Governo che dalla Regione, da destinare alla protezione e accoglienza di donne e minori, oltre che alla formazione, e al rilevamento del fenomeno, in modo da scovare i casi silenti.
Il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori ha posto l’accento sull’attenzione dell’Ateneo al bilancio di genere e alle pari opportunità, mentre il presidente del congresso nonché direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi, ha ricordato che da 10 anni al Pronto Soccorso di Torrette è stato attivato un presidio «che cerca di intercettare e decodificare la violenza. Sappiamo che spesso resta sommersa, ecco perché abbiamo una unità di crisi che interviene in caso di sospetta violenza».
Caporossi spiega che l’unità di crisi quando si attiva, valuta dal punto di vista clinico e diagnostico le condizioni della persona per la quale c’è un sospetto che le lesioni per cui accede al Pronto Soccorso, siano imputabili a maltrattamenti o abusi. «Un meccanismo che hanno copiato in tanti in Italia e che sta dando dei grandi risultati, perché negli ultimi anni abbiamo avuto una crescita dei casi di violenza decodificati, tranne nel 2020 quando con il lockdown e con la pandemia abbiamo avuto un calo del 30% degli accessi per eventi violenti, un dato non verosimile» e legato all’impossibilità di muoversi da casa.
«Vogliamo andare avanti su questa strada – prosegue – anche con strumenti nuovi per fronteggiare la violenza sugli anziani: sappiamo che nelle famiglie e nei luoghi di lungo degenza possono intervenire fenomeni di questo tipo, ma spesso le vittime nascondono, noi invece abbiamo necessità assoluta di protocolli che possano fare mergere questi episodi». Sulla violenza verso donne e minori, il direttore generale di Torrette ha posto l’accento sulla necessità di «rinforzare le risorse messe a disposizione, perché si tratta di un fenomeno drammatico. Dobbiamo andare avanti con la Procura della Repubblica, con le forze dell’ordine, e con chi si è sempre prodigato nel darci una mano forte nel momento in cui si verificavano questi casi, così da cercare di incidere sempre di più».
Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, Monica Garulli, ha evidenziato che nell’ultimo anno a tenere più impegnati gli uffici giudiziari sono state «la richiesta di adozione di misure cautelari» applicate in base ai reati per codice rosso, che dal giugno 2020 al giugno 2021 hanno fatto contare 65 procedimenti. «Un numero che ha un suo peso» ha fatto notare Garulli, ponendo l’accento sulla necessità di un «intervento di tutela della vittima».
In base ai numeri forniti dal Procuratore il trend relativo ai procedimenti per maltrattamenti, atti persecutori e violenza sessuale, dal marzo 2018 al dicembre 2020, è «più o meno costante». Intorno ai 289 invece i procedimenti per maltrattamenti e 174 quelli per atti persecutori, nell’ultimo anno, un dato che secondo Garulli evidenzia che «non c’è scostamento elevato» rispetto agli anni precedenti.
Arcangela Guerrieri, segretaria Omceo, ha sottolineato la presenza dell’Ordine dei Medici di Ancona per i temi di interesse deontologico. Uno dei compiti dei medici, ha spiegato, è anche quello di prendersi cura dell’ambiente di vita del paziente, per individuare tempestivamente situazioni di fragilità ed eventuali casi di violenza.
La pediatra ha sottolineato che c’è maggiore attenzione all’individuazione dei segnali precoci di violenza, che a volte possono tradursi anche mancanza di cure o trattamenti con terapie alternative.