ANCONA – Entrate accertate per oltre 4,7 miliardi di euro, a fronte di un impegno di spesa pari a 4,6 miliardi di euro e un avanzo di amministrazione di 596 milioni di euro. Ha ottenuto il via libera nella seduta consiliare odierna con 17 voti a favore e 9 contrari il Rendiconto generale della Regione Marche per l’esercizio finanziario 2018. Tra i dati evidenziati in aula, la diminuzione dell’indebitamento, passato dai 901 milioni di euro del 2017 ai 714 milioni di euro del 2018.
«Ho consegnato un bilancio sano e con conti in ordine – ha dichiarato l’assessore regionale al bilancio Fabrizio Cesetti – dove la pressione fiscale è rimasta inalterata e in alcuni casi ha avuto consistenti riduzioni. Abbiamo effettuato investimenti per oltre 100 milioni di euro, abbiamo valorizzato il patrimonio immobiliare e realizzato interventi importanti e positivi sulle partecipate: un esempio per tutte è quello di Aerdorica che è stata completamente risanata e il cui concordato è stato approvato».
«Sono state definite alcune importanti questioni relative al personale – ha detto l’assessore -, come gli autisti e le indennità dei dipendenti, inoltre abbiamo approvato una legge che ha li ha messi al riparo da eventuali impugnative». Cesetti ha poi evidenziato che la «costituzionalità è stato certificata al giudizio di parifica della Corte dei Conti, un verdetto assolutamente positivo e senza alcuna riserva, come avviene da 5 anni».
Ha espresso soddisfazione il relatore di maggioranza della proposta di legge sul rendiconto 2018 Francesco Giacinti nonché presidente della Commissione Affari istituzionali: «Nonostante i tagli imposti dalle manovre di governo, lo spazio finanziario sempre più ridotto per le regioni e norme più stringenti, siamo riusciti a centrare tutti gli obiettivi e a rispettare la capacità di spesa e di indebitamento. Lo dimostra anche il giudizio positivo della Corte dei Conti. Si può dibattere nel merito – conclude – , ma poi il discorso è diverso».
Critico il giudizio della relatrice di opposizione Jessica Marcozzi che ha parlato di «fallimento e di criticità importanti, con un’errata programmazione finanziaria regionale» in ambito sanitario. «Basta riprendere i dati del 2015 quando l’avanzo era di 64 milioni di euro, mentre oggi è zero, e, se addirittura si considera la gestione complessiva, ovvero anche l’Inrca, avremmo una perdita». La consigliera ha posto l’accento anche sul «saldo negativo della mobilità sanitaria che è passato dai 26 milioni del 2015 ai 72 milioni del 2018, segno – spiega – di una sanità gestita male».
Giudizio negativo sul rendiconto anche da parte del consigliere Sandro Zaffiri che ha votato no per l’«eccessiva spesa e la mancanza di una programmazione sulle partecipate». Sul fronte dell’economia Zaffiri ha puntato il dito contro l’«assenza di interventi a sostegno delle piccole imprese» di cui il territorio è ricco.
Critiche anche dal gruppo regionale del Movimento 5 Stelle che ha posto l’accento su sanità, lavoro, ambiente, personale e società partecipate. «Le politiche del lavoro – ha detto il capogruppo Gianni Maggi – non mi sembra abbiano funzionato granché, dato che ben 6 milioni e mezzo di euro non sono stati impegnati, vale a dire più della metà di quanto era stato stanziato sulla formazione professionale». Secondo il consigliere non va meglio neanche sul fronte della difesa del suolo, della manutenzione idraulica dei bacini idrici e forestali, della difesa della costa e degli arenili, dello sgombero degli alvei per prevenire i dissesti locali e i danni delle alluvioni. «Per far fronte a tutte queste attività di prevenzione e manutenzione, sono stati spesi molto meno della metà degli oltre 19 milioni stanziati – ha puntualizzato Maggi durante la discussione sul rendiconto 2018 – Per la qualità dell’aria e la riduzione dell’inquinamento, è stato impegnato 1/3 di quanto preventivato, mentre è andato un po’ meglio, si fa per dire, per il servizio idrico integrato dove sono state impegnate il 40% delle risorse stanziate. Tutti interventi programmati e non realizzati per la difesa del suolo e della costa. Parliamo di soldi pubblici, dei cittadini, per una vita in un ambiente pulito, sano e decoroso, per fare una visita medica in tempi ragionevoli e umani, per trovare o mantenere un lavoro dignitoso, per aiutare i più deboli e fragili. Essi indicano appunto il rispetto dell’applicazione di una volontà politica dichiarata, cioè quanto si sarebbe dovuto fare e quanto si è stati capaci di fare».